Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/144

Da Wikisource.

Sua Altezza, tenuto il miglior soldato ch’oggidi sia in Toscana, almeno il piú rissoluto e che ha concetti nobili e grandi, e con li medesimi si può credere che debba allevar il detto pren- ci pe, il quale verso Vostra Serenitá mostra gran affezione ed osservanza e ne parla con molto rispetto, e spero che sará ottimamente affetto e disposto. Questo ancora vive al a tavola del padre, né se gli è levata casa sin qui; che forse sará fatta, ma con qualche interposizione di tempo, non amando il gran- duca le occasioni di spese. Al signor duca Francesco, secondogenito, sinora non è stato proveduto di cosa veruna. Vogliono molti credere che Sua Altezza gli abbia da concedere il principato di Capistrano nel Regno di Napoli, giá cesso a lui dal signor don Antonio, e che insieme sia per fargli far donazione post mortevi delli suoi beni alodiali; il che, con quanto gusto abbia ad essere fatto (se pure è vero, come dicono), lo consideri la Serenitá Vostra. Volevo 10 rendere ad esso don Francesco la visita e li complimenti, che fece meco quando venne ad incontrarmi fuori della cittá; ma il granduca non lo ha permesso, con dire che non vi è altro prencipe che il maggiore. Don Carlo è destinato al cardinalato. F di spirito vivacissimo, e sempre parla della corte di Roma, e di ciò che vorrá e se 11 converá fare; ed a questo si provederá de’beni di chiesa Il quarto ed ultimo, che è don Lorenzo, non si vede. È d’anni sette, né per ora di lui si parla, come lo istesso si fa delle tre ’principesse minori. Della maggiore si fará ogn’opera per darla al prencipe di Savoia: la cittá tutta lo desidera e lo spera, e non si mancherá della debita diligenza. La seconda il Cardinal Farnese la piglierá volontieri, e s’intende che il signor duca di Parma, suo fratello, gli cederia il ducato di Castro, perché si effettuasse il matrimonio; ma non si vede nel signor granduca disposizione di consentire a ciò per si poco Stato, ed il resto non si può renonziar in pregiudizio delli figliuoli che potessero nascer. Il signor don Pietro de’ Medici lasciò tre figli maschi ed una femina. Delli quali maschi uno è morto, uno naviga ordi- nariamente sopra le galere, il terzo studia e s’incamina alla