Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/128

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mai teneva dietro quel Fix? Gambalesta era pronto a scommettere le sue pantofole — le aveva preziosamente conservate — che Fix lascerebbe Hong-Kong al pari di loro, e probabilmente sullo stesso piroscafo.

Avess’anco riflettuto per un secolo. Gambalesta non avrebbe mai indovinato di quale missione l’agente era stato incaricato. Mai avrebbe immaginato che Phileas Fogg fosse seguito a vista come ladro intorno al globo terrestre. Ma, siccome è insito nella natura umana di dare una spiegazione a tutto, ecco il nostro Gambalesta, improvvisamente illuminato, interpretare la presenza permanente di Fix, ed in verità la sua interpretazione era molto plausibile. Secondo lui, Fix non era e non poteva essere che un agente lanciato sulle tracce del signor Fogg da’ suoi colleghi del Reform-Club, affine di verificare se quel viaggio si effettuava regolarmente intorno al mondo, giusta l’itinerario convenuto.

«È evidente! è evidente! ripeteva a sè stesso l’onesto giovane, tutto inorgoglito della sua perspicacia. È una spia che quei gentleman ci hanno posto alle calcagna! Ma non istà bene! Il signor Fogg così probo! così onorevole! Farlo spiare da un agente! Ah! signori del Reform-Club, ciò vi costerà caro.»

Gambalesta, esaltato dalla sua scoperta, risolse però di non dir nulla al suo padrone, temendo che questi non fosse giustamente offeso della diffidenza che gli mostravano i suoi avversarii. Ma si propose di motteggiare Fix alla prima occasione, a parole velate e senza compromettersi.

Il mercoledì, 30 ottobre, nel pomeriggio, il Rangoon imboccava lo stretto di Malacca, che separa la penisola di questo nome dalle terre di Sumatra.