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306 appendice


quali co’ pravi esempli si formavano loro dalla fanciullezza e si fermavano con l’etá, i principi buoni con gli esempli buoni loro non emmendavano, ma, quasi corrente di furioso fiume, riprimevano a gran pena per lo lor tempo. Lo che è tanto vero che, se continovarono piú di questi, quelli piú violentemente proruppero, onde uscirono principi piú cattivi: come, dopo i buoni Vespasiano e Tito, videsi rinnato Nerone in Domiziano; da’ buoni Nerva, Traiano, Antonino Pio, Marc’Aurelio filosofo venne il brutto di Commodo; tramò alla vita del bellicoso Pertinace un «sacerdote della santa giustizia» (per dirlo con la frase di Ulpiano), qual egli fu il giureconsulto Didio Giuliano, il quale con immense ricchezze porta a vilissimo mercato e si compera il romano imperio; al conquistatore Severo affricano succede Caracalla, fratricida del fratello Geta; e finalmente venne Elagabalo dall’effeminata mollissima Siria, che fu l’orrore del gener umano.

XII

1472Che la fortuna degli auspici, i quali sono tanto propi de’ principi, che, per lo diritto natural delle genti, come sta in quest’opera pienamente pruovato, non posson essi trasferirgli nella persona de’ lor medesimi capitani generali (i quali perciò si dicono guerreggiare con la loro condotta e comando, ma vincere con la fortuna de’ loro sovrani, onde ad essi naturalmente ritorna la gloria delle conquiste); — tal fortuna degli auspíci, diciamo, legittima le guerre ingiuste e i principati sopra i popoli liberi, ch’è ’l principio della giustizia esterna delle guerre e de’ regni che dice Grozio. La qual Tacito, sappientissimo di tal diritto, pone in bocca d’Otone, c’ha volte l’armi de’ soldati pretoriani contro il suo e loro imperadore Galba, e ’l suo infame attentato pubblicamente nell’adunanza de’ soldati medesimi chiama «consiliunt quod non potest laudare nisi peractum», cioè se la provvedenza divina noi prospera con l’evento; onde Niccolò Macchiavelli, nelle Lezioni di Livio, ove tratta delle congiure, dice che le piú sono state infelici, pochissime prosperate, niuna onesta.


nvnc dimittis servvm tvvm, domine