Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/152

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(3745-3746-3747) pensieri 147

con pieno sentimento di vero  (3746) dire, e con piena sincerità e persuasione, io provo un piacere, ancorché menomo, quantunque tutti dicono io n’ho provato e proverò; quanto è impossibile che alcun dica di cuore io son felice, o Beato me, quando però tutti dicono beato il tale o il tal altro, e io sarei felice se mi trovassi tale o tale, e beato me se ottenessi tale o tal cosa, e se fosse questo o questo. E le cagioni percui sono impossibili parimente le due cose sopraddette, sono appresso a poco le stesse. E come il non esser niuno che dica me beato, dimostra che tutti s’ingannano quelli che dicono beato te o lui, e io sarei beato in tale o tal caso (e tutti gli uomini cosí parlano e parleranno sempre e di cuore); cosí il non esser chi dica di vero animo io provo piacere presentemente, dimostra che niuno provò né proverà mai piacere alcuno, benché tutti si pensino e moltissimi affermino con sentimento di verità di averne provato e di averne a provare (21 ottobre 1823).  (3747)


*   Come la lingua francese illustre è dominata, determinata e regolata quasi interamente dall’uso, e certo piú che alcun’altra lingua illustre, cosí, perocché l’uso è variabilissimo e inesatto, essa lingua illustre non solo non può esser costante, né molto durare in uno essere, come ho notato altrove, ma veggiamo eziandio che la proprietà delle parole in essa lingua è trascurata piú che nell’altre illustri, e trascurata per regola, cioè presso gli ottimi scrittori costantemente, non meno che nel parlare ordinario. Voglio dir che gli usi di moltissime parole e modi ec., anche presso gli ottimi scrittori, sono piú lontani dall’etimologia e dall’origine e dal valor proprio d’esse parole ec. meno corrispondenti ec. che non sogliono esser gli usi de’ vocaboli nell’altre lingue illustri presso, non pur gli ottimi, ma i buoni scrittori, e in maggior numero di voci ec. che nelle altre lingue illustri non sono. Che