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zola

era! Allora Clara, pur seguitando a mangiare la sua razza allegramente come una che in altri tempi aveva mangiato di peggio, cominciò a parlare su un fatto terribile, di cui eran pieni i giornali.

— L’avete letto di quell’uomo che ha tagliata la testa all’amante con un rasoio?

— To’! — osservò una ragazzina col viso delicato — l’aveva trovata con un altro... Ha fatto bene.

Ma Paolina saltò su:

— O questa è bella! Sta’ a sentire che, se non si vuol piú bene a uno, lui può venire a tagliarci il collo. Oh, questo poi no!

E interrompendosi, si volse al garzone:

— Pietro, questa carne non la posso mandar giú... Fatemi fare una frittatina, e poco cotta, veh!

Per aspettarla, tirò fuori di tasca pasticche di cioccolata (aveva sempre qualche ghiottoneria con sé), e cominciò a rosicchiarle col pane.

— Sicuro, un uomo a quel modo non mi piacerebbe! — riprese Clara. — Eppure ce ne son tanti dei gelosi! Anche ieri l’altro un operaio fece fare alla moglie un bel volo dalla finestra!

Non levava gli occhi di dosso a Dionisia; credeva d’avere indovinato, vedendola impallidire. Non c’era dubbio; quella santocchia aveva una gran paura d’essere ceffonata dall’amante, cui di sicuro faceva le corna. Sarebbe stato un bel caso, se lui l’avesse inseguita pel magazzino, come pareva che ella temesse.

Ma, di discorso in discorso, una ragazza dava ora una ricetta per far raddrizzare il velluto: poi parlarono d’un’operetta al Teatro della Galté, dove c’erano degli amorini di bambine, che


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