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IX

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n lunedí, il quattordici marzo, il Paradiso delle signore inaugurava i suoi nuovi magazzini con una grande mostra di novità state; mostra che doveva durare tre giorni. Fuori, tirava una brezzolina fresca, e la gente, sorpresa da quel ritorno dell’inverno, si affrettava per la via coprendosi piú che fosse possibile. Ma dietro gli usci chiusi delle botteghe del vicinato, c’era un gran fermento di commozione e curiosità: dietro i vetri si vedevano le facce dei negozianti attenti a contare le prime carrozze ferme davanti al nuovo portone in Via Nuova di Sant’Agostino. Il portone alto e profondo come un portico di chiesa, con sopra un gruppo, l’Industria e il Commercio che si davano la mano tra un imbroglio di simboli, era riparato da una tettoia che con le dorature fresche pareva illuminasse i marciapiedi di un raggio di sole. A destra, a sinistra, le facciate, troppo bianche ancora, pigliavan le mosse per stendersi lungo le Vie Monsigny e della Michodière, occupando tutto il quadrato, salvo la parte di Via Dieci Dicembre, dove il Credito Fondiario voleva costruire. Quando i negozianti di quelle strade alzavano gli occhi, vedevano in codesta


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