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zola

re andato a cercar l’amico per paura di trovarsi solo con lei. Nondimeno sorrise e porse la mano a tutt’e due.

— Come vi fate desiderare, da un pezzo in qua!... E lo dico anche per voi, signor De Vallagnosc!

Diventava grassa, e ci si disperava, stringendosi sempre piú in vestiti di seta nera per dissimulare la crescente pinguedine. Ma la testa graziosa, con i capelli scuri, conservava l’antica amabile eleganza: e il Mouret poté dirle finalmente, abbracciandola, per cosí dire, tutta quanta con un’occhiata:

— È inutile domandarvi come state... Siete fresca come una rosa!

— Oh! sto anche troppo bene — rispose lei, — Del resto, potevo anche morire, e voi non l’avreste saputo.

Anche lei lo guardava, e le sembrava nervoso e stanco con le palpebre pesanti e la pelle li vida.

— Ma io, — aggiunse con un tono che cercò di rendere scherzoso — io non vi renderò complimento per complimento: oggi non avete una gran bella cera.

— Lavora troppo! — disse il Vallagnosc.

Il Mouret non rispose, e fece un gesto che non voleva dir nulla: aveva visto il Bouthemont, e lo salutava con un cenno del capo. Quand’erano intimi, passava lui a pigliarlo alla sezione per andare insieme da Enrichetta durante il lavoro delle ore calde. Ma i tempi non eran piú quelli; e gli disse a mezza voce:

— Siete andato via troppo presto... se ne sono accorti, e laggiú si son tutti scagliati contro voi.


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