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il paradiso delle signore |
relia con un’aria scontenta; troppo vecchia per la vendita! doveva presto rintoccare la campana a morto che avrebbe cacciato dal Paradiso la dinastia dei Lhomme.
— Siete voi? — disse ella a Dionisia con una grazia esagerata. — Volete che vi si cambi il paltoncino? Subito... Ah! ecco qui i vostri fratelli: che giovinotti son diventati!
Orgogliosa come era, pur le si sarebbe inginocchiata davanti. Alle «vesti», come dappertutto, non si faceva che discorrere della partenza di Dionisia, e la direttrice si sentiva morire, perché contava sulla protezione della sua antica ragazza. Abbassò la voce:
— Dicono che ve ne andate... È proprio vero?
— Ma sí!
Margherita stava a sentire. Da quando era fissato il suo matrimonio, atteggiava la faccia di latte cagliato a smorfie anche piú annoiate. Si avvicinò, e disse:
— Avete ragione. Prima di tutto l’onore, non è vero?... Addio, cara!
Giunsero delle signore, e la signora Aurelia la pregò duramente di stare attenta alla vendita.
Poi, vedendo che Dionisia pigliava il paltoncino per fare da sé la «resa», non volle a nessun costo, e chiamò una ragazza. Era una delle innovazioni suggerite da Dionisia al Mouret; ragazze apposta portavano la roba, e cosí le addette alla vendita si stancavano meno.
— Accompagnate la signorina, — disse la direttrice dandole il paltoncino; e voltasi a Dionisia: — Per carità, pensateci bene!... Noi siamo tutti disperati che ve ne vogliate andare!
Gianni e Beppino, che aspettavano sorridenti
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