Pagina:Zola - Il paradiso delle signore - 1936 - Mondadori.pdf/91

Da Wikisource.

il paradiso delle signore


La signora Desforges, figlia d’un consigliere di Stato, era vedova d’un giocatore di Borsa che le aveva lasciato un patrimonio, negato da alcuni, esagerato dagli altri. Anche quand’era vivo il marito, dicevano i maligni, s’era mostrata riconoscente al barone Hartmann che con i suoi consigli, da uomo pratico nelle cose della finanza, giovava assai alla sua casa; e dopo la morte del marito quell’amicizia era certo durata ancosenza uno scandalo. La signora Desforges non si ra, ma sempre discretamente, senza imprudenze, metteva mai in mostra, ed era ricevuta dappertutto nell’alta borghesia ov’era nata. Ed ora che l’amore del banchiere, uomo scettico e fine, non era quasi piú che un semplice affetto paterno, se ella si concedeva degli amanti, tollerati da lui, portava sempre in quelle passioncelle, in quei capricci, una prudenza e un’accortezza cosí delicate, che tutte le apparenze eran salve, e nessuno si sarebbe fatto lecito di mettere, a voce alta, in dubbio la sua onestà. Da principio, trovato ch’ebbe il Mouret in casa di amici comuni, le era sembrato antipaticissimo: poi gli s’era data, come trascinata dal brusco amore con cui l’assaliva; ed ora ch’egli almanaccava d’aver dalla sua, per mezzo di lei, il barone, a poco a poco si sentiva presa da un affetto vero e profondo, e gli voleva bene con l’impeto d’una donna di trentacinque anni, che ne confessa soltanto ventinove, disperata di sentirlo piú giovane di lei, e trepidante di perderlo.

— Lo sa come stan le cose? — riprese egli.

— No: gliele spiegherete da voi — rispose lei, smettendo di dargli del tu.

Lo guardava, e pensava che non doveva saper nulla se si serviva cosí di lei presso il baro-


89