Pagina:Zola - Il paradiso delle signore - 1936 - Mondadori.pdf/93

Da Wikisource.

il paradiso delle signore

una grazia, un senso squisito della vita pratica, da non si dire.

— E la trina l’hai pagata venticinque franchi? — riprese nell’esaminarla a maglia a maglia.

— No, non è caro... Ma anche per la montatura avrai speso qualcosa!

— Eh! sicuro — rispose la signora Desforges. — La montatura mi costa duecento franchi.

Allora la signora Bourdelais si mise a ridere. Questa Enrichetta la chiamava una «occasione ». Bella occasione, duecento franchi una semplice montatura d’avorio con una cifra! e per un pezzettino di chantilly che le aveva fatto risparmiare cinque franchi! Per centoventi si avevano gli stessi ventagli bell’e montati! E disse il nome di un magazzino, in Via Poissonnière.

Il ventaglio faceva intanto il giro, di mano in mano. La signora Guibal gli dette appena un’occhiata. Era una donna alta e sottile; di capelli rossi, con un viso che non diceva niente; ma sotto quell’aspetto muto, gli occhi grigi facevano di tanto in tanto scorgere la terribile cupidigia dell’egoismo. Non si faceva veder mai insieme col marito, ch’era un avvocato conosciuto per i tribunali, e che, dicevano, viveva liberamente dal canto suo, dandosi intero ai suoi affari e ai suoi piaceri.

— Oh! — mormorò passando il ventaglio alla signora De Boves — io in vita mia non credo d’averne comprati due... Di ventagli me ne regalano anche troppi!

La contessa rispose con sottile malignità:

— Come dovete essere contenta, cara, d’avere un marito cosí galante!

E chinandosi verso la figliuola, una grandigliona di vent’anni:


91