Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/405

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— E sia pure, diss’ella. Hai tu il denaro?

No, ei non l’aveva. Avrebbe dato la sua vita per aver del denaro. Mai non si era sentito così meschino, così inutile, così bambino. Tutto il suo povero essere, scosso da lagrime, esprimeva un dolore così grande, che essa finì coll’accorgersene e intenerirsi. Lo scostò dolcemente:

— Suvvia, carino, lasciami passare, bisogna che vada... Sia ragionevole. Tu sei un fanciullo, e la cosa è stata graziosa per una settimana; ma, oggi, devo pensare ai casì miei. Rifletti un pochino..... Tuo fratello, vada, gli è un uomo. Non dico che con lui.... Ah! fammi un piacere, è inutile di raccontargli tutto ciò. Non ha bisogno di sapere dove io vado. Me ne lascio scappar sempre di troppo io, quando sono in collera.

Essa rideva; poi, prendendolo, baciandolo in fronte:

— Addio, piccino, la è finita, ben finita, capisci.... Scappo.

E lo lasciò. Egli era in piedi in mezzo al salotto. Le ultime parole risuonavano come un funebre rintocco al suo orecchio; la è finita, ben finita: e gli pareva che la terra s’aprisse sotto i suoi piedi. Nel vuoto del cervello, l’uomo che aspettava Nana era scomparso; Filippo solo, rimaneva fra le braccia nude della giovine donna, costantemente. Essa non lo negava, lo amava, poichè voleva evitargli il dolore di un’infedeltà. La era finita; ben finita! Respirò fortemente; guardò intorno a sè nella stanza, oppresso da un peso che lo schiacciava. Delle memorie gli tornavano ad una ad una; le notti ridenti della Mignotte, delle ore di tenere carezze, in cui si credeva suo figlio; poi, delle voluttà carpite in quello stesso ambiente. Ed ora, mai, mai più! Egli era troppo pic cino, non era cresciuto abbastanza in fretta; Filippo pren deva il suo posto, perchè aveva la barba Ii. Allora, era la

fine, non poteva più vivere. Il vizio si era in lui trasfuso in una tenerezza infinita, in una adorazione sensuale, in cui tutto il suo essere si abbandonava. Poi, come dimenticare, quando suo fratello rimarrebbe là? Suo fratello, una parte del suo sangue, un altro sè stesso, il di cui piacere lo rodeva di gelosia. Era proprio la fine, voleva morire.

Tutte le porte rimanevano aperte, nello sbandarsi rumoroso

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