Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/411

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giarda, incapace di ritenersi, dandosi agli amici, a chi passava, da buona bestia, nata per vivere senza camicia.

Una mattina ch’ei vidde Foucarmont uscir dalla casa di lei, ad un’ora singolare, le fece una scena. Di subito, ella si adirò, stanca della sua gelosia. Così, la sera in cui l’aveva. sorpresa con Giorgio, ella per prima si era arresa, confessando i suoi torti, colmandolo di carezze e di parole graziose per fargli inghiottire la cosa. Ma, finalmente, la seccava a morte colla sua testardaggine a non voler comprendere le donne; la fu brutale.

— Ebbene! sì, ho passata la notte con Foucarmont. Eppoi? Eh! Ja cosa ti fa sbalordire, mio piccolo muso!

Era la prima volta che gli gettava in viso «mio piccolo muso,» Egli rimaneva soffocato dall’audacia della sua confessione; e siccome serrava i pugni, essa gli andò incontro, lo guardò in viso:

— Basta così, eh?... Se questo non ti conviene, fammi il piacere d’uscire... Non voglio che tu alzi la voce in casa mia... Mettiti bene in zucca che intendo di essere libera. Quando un uomo mi piace, lo prendo. La è così.. perfettamente... E bisogna che tu ti decida subito: sì o no, tu puoi andartene.

Essa era andata ad aprire la porta. Ei non uscì. Ormai, quello era il suo modo di avvincerlo maggiormente; per un nulla, al menomo litigio, essa gli metteva il -patto in mano con delle riflessioni abbominevoli. Affè! troverebbe sempre meglio di lui, non aveva che a scegliere; si raccoglievan degli uomini per la strada, fin che se ne voleva, e degli uomini un po’ meno grulli, a cui il sangue bolliva nelle vene. Egli chinava la testa, aspettava ore più benigne, quand’essa aveva bisogno di denaro; allora si faceva carezzevole, ed ei dimenticava; una notte di tenerezza compensava le torture di una settimana. La sua riunione con sua moglie gli aveva reso insopportabile la vita di casa. La contessa, piantata da Fauchery, che ricadeva sotto l’impero di Rosa, si stordiva con altri amori, nel colpo di febbre inquieta della quarantina, sempre nervosa, riempiendo il palazzo della folata turbinosa della sua vita. Estella, dopc il suo matrimonio, non vedeva più suo padre; in questa figliola secca e insignificante, era