Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3109

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[p. 189 modifica] deriva in sostanza (come tutti gli altri affetti) se non da esso, anzi non è che amor proprio, ed atto di egoismo. Il quale arriva a prodursi e fabbricarsi un piacere col persuadersi di morire o d’interrompere le sue funzioni, applicando l’interesse dell’individuo ad altrui. Sicché l’egoismo si compiace, perché crede di aver cessato o sospeso il suo proprio essere di egoismo. Vedi p. 3167.

Tornando al proposito, il primo dei detti interessi, cioè quello della maraviglia, era rilevato in Omero dalla circostanza che l’ammirazione cadeva sopra la superiorità, la virtú e la felicità di un eroe e di un esercito nazionale, sopra un’impresa fatta dalla propria nazione e fatta contro i di lei naturali nemici. Questa circostanza rendeva non solamente possibile ma naturalissima la vivacità e la durata di tale interesse ne’ lettori o uditori greci (per li quali scriveva Omero) in tutto il corso del poema. Tolta questa circostanza, il detto interesse non può esser né molto vivo né molto durevole. Il lettore non s’interessa gran fatto per coloro per cui vede continuamente interessarsi lo stesso poeta. L’interesse del lettore (nel senso in cui presentemente ci conviene intenderlo) è quasi una cura ch’egli si prende