Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/713

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[p. 146 modifica] modo, per liberarti dal timore di non ottenere il tuo fine, perdi quello che avresti conseguito se non avessi temuto, e se quindi ti fossi diportato piú quietamente, con meno confusione ec. Insomma avessi sostenuto di aspettare che la cosa andasse come doveva, e nel tempo conveniente ec. Insomma spessissimo nei negozi dubbi, ancorché non di somma importanza, affrettando l’esito, non tanto per ismania di conseguire, quanto per impazienza di dubitare, perdiamo il nostro intento: e questo ci accade anche nelle menome e giornaliere e materiali operazioni della vita. Notate quelle parole non tanto per ismania ec. nelle quali consiste la novità e proprietà di questo pensiero, perché il detto effetto dell’impazienza è comunemente notato, ma si attribuisce all’impazienza di conseguire (3 marzo 1821).