Rime (Angiolieri)/LXXIX - Per ogni oncia di carne che ho addosso

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LXXIX - Per ogni oncia di carne che ho addosso

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Cecco Angiolieri - Rime (XIII secolo)
LXXIX - Per ogni oncia di carne che ho addosso
LXXVIII - In nessun modo mi poss’acconciare LXXX - La stremità mi richer per figliuolo

 
     Per ogni oncia di carne che ho addosso,
e’ ho ben cento libre di tristizia
né non so che si sia a dir letizia:
così mia donna mi tene ad escosso.
     5Pare ch’ella mi franga d’osso in osso,
quando mi dice: – Fa’ ben massarizia,
e po’ ti darò denari a divizia –,
anzi vorrei esser gittat’a un fosso.
     E’ non m’è viso che sia altro inferno,
10se non la massarizia maledetta;
e più mi spiace, che ’l piover d’inverno.
     Ma quale è vita santa e benedetta,
secondo i gran medici di Salerno?
S’tu voi star san, fa’ ciò che ti diletta.