Sul modo di interpretare certe esperienze del Sig. P. Zeeman di Leida/Paragrafo 2

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[p. 5 modifica]2. Io voglio supporre che il meccanismo dell’emissione della luce sia quello stesso, che il Lorentz accetta; ma voglio ammettere di più che le forze magnetiche agiscano sopra gli atomi direttamente, piuttosto che sopra le loro cariche. [p. 6 modifica]

Per meglio dire, introduco l’ipotesi che le azioni esercitate sopra le cariche, siano trascurabili rispetto a quelle, che subiscono i sostegni materiali.

In questo modo di vedere la sostanza degli atomi si deve ammettere che sia conduttrice, così che in essa si possano sviluppare le correnti del Foucault. Il meccanismo dell’azione del campo magnetico consisterebbe appunto in una specie di smorzamento, imposto ai moti degli atomi, in virtù della legge del Lenz.

Si tratta di vedere di che natura debba essere questo smorzamento, e come si modifichino, in conseguenza, il periodo e la direzione delle perturbazioni luminose.

Il campo generato dall’elettrocalamita del Faraday è di rivoluzione intorno alla congiungente dei poli. Io imagino di condurre la verticale nel punto di mezzo di codesta congiungente; e, per semplificare le cose, mi limito allo studio delle azioni delle forze magnetiche su i moti degli atomi, che hanno in tale retta la posizione di equilibrio.

Per gli atomi in discorso1 lo spostamento si può scomporre secondo tre assi, che l’uno è parallelo alla congiungente dei poli, l’altro è perpendicolare a questo primo e diretto orizzontalmente, e il terzo è verticale,

La componente, che sta secondo il primo asse, non è alterata dal campo, perchè ha la direzione delle linee di forza.

Nemmeno si modifica la componente parallela al secondo asse2, perchè le linee di forza sono distribuite uniformemente sopra cerchi, che stanno in piani normali alla retta, che congiunge i poli, e hanno il centro su la retta medesima.

Invece subirà l’azione del campo la terza componente, la quale trasporta il mobile da punti a punti in cui il flusso è diverso. E questa riuscirà smorzata.

Ora è noto che una vibrazione smorzata non può emettere luce monocromatica; ad essa corrisponde come spettro, in luogo di una linea, una banda più o meno larga.

Segue dunque dal nostro ragionamento che i raggi emessi [p. 7 modifica]orizzontalmente da una fiamma, nelle condizioni delle esperienze dello Zeeman, non hanno più una costituzione uniforme.

Essi contengono, per la massima parte, della luce non polarizzata, di lunghezza d’onda ben definita. Ma contengono ancora un po’ di luce, polarizzata nel piano orizzontale, a cui spettano varii periodi differenti: maggiori, uguali e minori del periodo, che è proprio della porzione, che è rimasta naturale.

Quindi si capisce che codesti raggi devono dare come spettro una banda, con gli orli polarizzati nel piano dell’orizzonte.

È un resultato questo, che va pienamente d’accordo con quello sperimentale dello Zeeman, almeno finchè si tratta della luce, che si propaga normalmente alle linee di forza.

Note

  1. Come per tutti gli altri del resto.
  2. Se si ammette che le escursioni delle particelle vibranti siano estremamente poco ampie.