Teoria degli errori e fondamenti di statistica/7.2

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7.2 Cenni sulle variabili casuali in pià di due dimensioni

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7.2 Cenni sulle variabili casuali in pià di due dimensioni
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7.2 Cenni sulle variabili casuali in più di due dimensioni

Estendendo a spazi cartesiani a più di due dimensioni il concetto di densita di probabilità, possiamo pensare di associare ad un evento casuale E descritto da N variabili continue una funzione f di tutte queste variabili; la probabilità che, simultaneamente, ognuna di esse cada in un intervallo infinitesimo attorno ad un determinato valore sarà poi data da

.

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Usando la legge della probabilità totale e la definizione dell’operazione di integrazione, è poi immediato riconoscere che la probabilità dell’evento casuale consistente nell’essere ognuna delle compresa in un determinato intervallo finito è data da

.

Similmente, poi, se consideriamo il sottoinsieme delle prime M variabili (con ), la probabilità che ognuna di esse cada all’interno di intervallini infinitesimi attorno ad una M-pla di valori prefissati, indipendentemente dal valore assunto dalle altre variabili, è data da

dove gli integrali definiti sulle variabili che non interessano si intendono estesi a tutto l’asse reale; potendosi senza perdere in generalità assumere che tale sia il loro dominio di esistenza, definendo eventualmente la f come identicamente nulla al di fuori del reale intervallo di variabilità se esse fossero limitate.

La definita dalla equazione precedente prende il nome di densità di probabilità marginale delle M variabili casuali ; infine la condizione di normalizzazione si scriverà

.

Definendo, analogamente a quanto fatto nel paragrafo 7.1, la densità di probabilità delle M variabili casuali (con e ) condizionata dai valori assunti dalle restanti variabili attraverso la

(7.7)

il concetto di indipendenza statistica può facilmente essere generalizzato a sottogruppi di variabili: diremo che le M variabili sono statisticamente indipendenti dalle restanti quando la probabilità che le assumano determinati valori non dipende dai valori assunti dalle — e dunque quando la densità condizionata (7.7) è identicamente uguale alla densità marginale . [p. 90 modifica]

Esaminando la (7.7) si può facilmente capire come, perché questo avvenga, occorra e basti che la densità di probabilità complessiva sia fattorizzabile nel prodotto di due termini: il primo dei quali sia funzione solo delle prime M variabili ed il secondo dei quali dipenda soltanto dalle altre ; ovviamente ognuno dei fattori coincide con le probabilità marginali, per cui la condizione e espressa matematicamente dalla formula

e, in particolare, le variabili sono tutte indipendenti tra loro se e solo se risulta

. (7.8)

Nel caso che esista un differente insieme di N variabili , in grado di descrivere lo stesso fenomeno casuale E, il requisito che la probabilità di realizzarsi di un qualunque sottoinsieme dei possibili risultati (l’integrale definito, su una qualunque regione dello spazio ad N dimensioni, della funzione densità di probabilità) sia invariante per il cambiamento delle variabili di integrazione, porta infine a ricavare la formula di trasformazione delle densità di probabilità per il cambiamento di variabili casuali nel caso multidimensionale:

(7.9)

dove con il simbolo

si è indicato il valore assoluto del determinante Jacobiano delle x rispetto alle y:

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che esiste sempre non nullo se la trasformazione tra l’insieme delle funzioni e quello delle funzioni , è biunivoca; e che gode, sempre in questa ipotesi, della proprietà che

.