Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte sesta - Degli alberi e delle verdure/901. Pittura della nebbia che cuopre i paesi

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Parte sesta - Degli alberi e delle verdure
901. Pittura della nebbia che cuopre i paesi

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Le nebbie che si mischiano per l’aria, quanto piú si abbassano, piú s’ingrossano, in modo che i raggi solari in quella piú risplendono, essendo essa interposta infra il sole e l’occhio; ma se l’occhio s’interpone infra il sole e la nebbia, essa nebbia pare oscura, la quale oscurità è tanto piú potente, quanto essa è piú bassa, com’è provato; e l’una e l’altra nebbia restano oscure come nuvola, quando essa nuvola s’interpone infra il sole e la nebbia; ma la nebbia interposta infra il sole e l’occhio, per alquanto spazio rimossa dall’occhio, partecipa assai dello splendore del sole, e tanto piú, quanto essa sarà piú vicina al corpo solare; e gli edifici delle città si dimostreranno in tal caso tanto piú oscuri, quanto e’ saranno posti in piú lucente nebbia, perché allora saranno piú vicini al sole, e perché è detto essa nebbia essere di grossezza uniformemente disforme, cioè ch’è tanto piú grossa quanto essa piú s’avvicina alla terra, e piglia tanto maggior splendore dal sole quant’essa è piú bassa; per la qual cosa gli edifici paralleli, cioè torri e campanili che in essa si trovano, si dimostrano tanto men grossi, quanto essi saranno piú vicini alla loro base; e questo è necessario, perché quel corpo oscuro si dimostra minore ch’è posto in piú lucente aria; la ragione è posta nella trentaduesima della mia prospettiva.