Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/XXXIII

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XXXIII. Il Marito

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Laurence Sterne - Viaggio sentimentale di Yorick (1768)
Traduzione dall'inglese di Ugo Foscolo (1813)
XXXIII. Il Marito
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XXXIII. IL MARITO

parigi


Io aveva già contate venti battute, e mi mancava poco alla quarantesima, quando il marito comparì da una retrostanza improvviso, e guastò sul più bello i miei conti — Non è se non se mio marito, diss’ella — io dunque mi rifeci a contare da capo — Monsieur è tanto garbato, diceva ella al marito, che passando da noi s’è voluto incomodare a tastarmi il polso — Il marito si levò il cappello, mi s’inchinò, disse, ch’io gli facea trop d’honneur — disse; si ripose il cappello, e se n’andò.

Dio mio, Dio mio! dissi meco — e questo uomo sarà egli marito di questa donna?

Quei pochi che sanno il perchè della mia [p. 94 modifica]esclamazione non s’abbiano a male s’io la commento in grazia di chi non lo sa.

In Londra un bottegaio e la moglie d’un bottegaio pajono d’una polpa e d’un osso1; e benchè le doti del corpo e dell’animo sieno in essi diverse, sono nondimeno ripartite tra di loro in tal guisa ch’ei si stieno appajati e d’accordo per quanto tra marito e moglie si può.

In Parigi troveresti a fatica due individui di specie così svariate come il bottegaio e la moglie del bottegaio. La potestà legislatrice e l’esecutrice della bottega non risiedono nel marito — miracolo se ci passa — ma in qualche sua cieca malaugurata camera siede insociabile al bujo con quel suo cuffiotto di notte, figliuolo selvatico della Natura, e tal quale la natura se lo lasciò scappare di mano.

Così, poichè il genio d’un popolo, il quale osserva la legge salica2 unicamente per la [p. 95 modifica]corona, ha ceduto questa e molte altre aziende alle donne — le donne per un assiduo diverbio dal mattino alla sera con avventori d’ogn’indole e di ogni grado si vanno, a guisa di sassuoli dibattuti a lungo insieme in un sacco, non solo per quell'attrito amichevole dirozzando dell’asprezza delle loro scaglie, ma si ritondano e si bruniscono, e spesso acquistano l’iride del diamante — Monsieur le mari è di poco migliore del ciottolone che ti sta sotto a’ piedi —

— Certo — certo, o mortale! non ti sta bene quel sederti là solo3 — tu se’ nato al conversare socievole e alle cortesi accoglienze; e per prova me ne riporto al miglioramento che ne deriva alla nostra natura.

— E come batte il mio polso, monsieur? — Soavissimamente, e com’io me l’aspettava, risposi, mirandola placidamente negli occhi — essa mi rispondeva per ringraziarmene — se non che il fattorino venne in bottega co’ guanti — A-propos, dissi; me ne bisognano appunto due paja.

Note

  1. Et aedificavit Dominus Deus mulierem.... et adduxit eam ad Adam. Dixitque Adam: Hoc nunc os ex ossibus meis, et caro de carne mea. Genes. cap. ii. 22. 23.
  2. Statuto fondamentale antichissimo della monarchia francese: contiene settantun’articolo di leggi tutte abrogate dal tempo tranne quella dell’articolo sesto che esclude le femmine dal trono come inette alla guerra.
  3. Dixit quoque Dominus Deus: Non est bonum esse hominem solum. Genes. cap. ii. 18. — Vae soli! Ecclesiastes, cap. iv. 10.