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p r e s s o g l i E t r u s c h i , ec. | 183 |
relle erano Semele ed Agape. E’ noto che Semele fu madre di Bacco, della cui educazione prese cura Ino sua zia, che qui tiene il dio bambino ritto falle ginocchia: essa sta su una sedia d’appoggio con suppedaneo, al che forse allude l’epiteto εὔθρονος (ben-assisa) dato da Pindaro a queste figlie di Cadmo. Porta Ino sulla fronte un diadema, che ha la figura di una fionda, tale cioè che fui dinanzi è largo ben tre dita, e vien poi lateralmente legato con due più strette bende che le cingono il capo; dal che si viene ad intendere il senso della voce σφενδόνη (fionda) usata da Aristofane per indicare una specie particolare di diadema. Crespi e ricci ne sono i capelli sulla fronte e sulle tempie, e le cadono poi diritti e sciolti dinanzi e dietro. Rimpetto a lei stanno le tre Ninfe educatrici di Bacco, le quali sono di grandezza diversa; la più grande tiene il lacciuolo, cioè la fascia che gli serve di sostegno. Le teste in tutte e cinque le figure di questo basso-rilievo hanno un’aria egiziana negli occhi segnati con un’incisione, stiacciati e obbliquamente posti, e nella bocca che tende all’insù: le pieghe delle vesti sono quasi a piombo, e indicate con semplici linee parallele a due a due.
§. 14. Il secondo basso-rilievo etrusco, di cui vedesi la figura a principio del Libro I., è un’ara tonda del museo Capitolino, che rappresenta Mercurio in compagnia d’Apollo e di Diana1. Il disegno delle figure, e particolarmente del Mercurio, non lascia dubitare che etrusco lavoro non sia; il che rilevasi anche dalla barba di quello dio, che in tutti gli etruschi monumenti rimastici a lui vien data aguzza, e simile a quella del Pantalone delle nostre commedie. Confesso però che tal forma di barba non è sempre un argomento certissimo d’etrusco lavoro, poiché una barba simile attri-
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