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p r e s s o g l i E t r u s c h i , ec. | 235 |
§. 44. La più rimarchevole di quelle figure è alta quasi due palmi, e rappresenta un soldato, che ha una corta camiciuola; ma ha inoltre, come le altre due, le brache e l’armatura che giugne sin sotto la polpa della gamba, nel che dalle altre armature è diversa; poiché laddove quella de’ Greci la parte anteriore delle gambe copriva, quella de' Sardi difendea la polpa, e lasciava scoperto anteriormente lo stinco. Così armate veggonsi le gambe di Castore e Polluce su una gemma del museo Stoschiano1. Tien questo soldato colla mano sinistra uno scudo rotondo innanzi al petto, a una certa distanza però; poiché v’hanno fra mezzo tre frecce, le cui penne sopravanzano lo scudo: nella destra ha l’arco. Il petto è difeso da breve corazza, e gli omeri con una specie d’armatura quadrata; tal maniera d’armare le spalle si vede in un vaso della celebre collezione Mastrilli, in un altro vaso della biblioteca Vaticana2, e in un musaico del signor cardinale Albani da me pubblicato3. In tutte quelle figure tale armatura delle spalle è quadrangolare; ma nella figura sarda somiglia a quel pezzo di panno, che sta attaccato sulle spalle dell’uniforme de’ tamburini. Ho poscia trovato che questa parte d’armatura era stata usata da’ Greci ne’ più rimoti tempi, poiché Esiodo l’annovera fra le altre parti dell'armatura d’Ercole4, e lo Scoliaste di quel poeta la chiama σωσάνιον da σώσειν (difendere). Il capo è coperto con una berretta piatta, da’ cui lati spuntano due lunghe corna simili a due zanne che tendono all’alto, e sporgono davanti, sulle quali posa una cella a due manichi amovibile. Porta al dorso una specie di carretto con due piccole ruote, il cui timone è attaccato ad un anello sul dorso, in guisa che le ruote giungono sin sopra al capo.
G g ij | §. 45. Ri- |