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Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/172

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66 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

vano. Le loro figure muliebri, quanto strette sono sopra i fianchi, altrettanto ampio e rilevato hanno il petto: e poiché gli artisti di quella nazione, al riferire d’un Padre della Chiesa, copiavano la natura esattamente quale la vedeano1; così dalle figure che ci rimangono possiamo giudicare quali fossero di fatti tra loro le femminili sembianze2. Tale struttura però non impediva, che eglino generalmente, e quegli in ispecie dell’alto Egitto, una piena salute non godessero3: argomento di ciò è che tra le innumerevoli teste di mummie egiziane vedute dal principe Radzivil, nessuna aveva guasti o mancanti i denti4. La celebre mummia dell’Istituto di Bologna, la quale ha undeci palmi romani d’altezza, conferma ciò che leggiamo in Pausania5 della straordinaria grandezza degli Egizi6.

[...la loro indole ...] §. 6. Per ciò che riguarda lo spirito e l’indole degli Egizj, osserverò che essi non pareano, punto fatti per l’allegrezza e pel piacere7, che sembrano molto influire su i pro-


gressi

    pag. 969. [Diodoro lib. 3. §. 8. pag. 178., e §. 28. pag. 194., Teodoreto Serm. 3. op. T. IV. pag. 519. B., Clem. Ales. Strom. lib. 7. n. 4. oper. Tom. iI. pag. 841. princip. Nelle figure egiziane però non vediamo un tal difetto generalmente; e in alcune pare che se ne veda appena un indizio.

  1. Theodoret. Serm. 3. pag. 519. B. oper. Tom. IV.
  2. Gli Egiziani almeno confinanti cogli Etiopi avranno per lo più in qualche cosa partecipato di tutte le sembianze di questi, come abbiamo veduto sopra del colore. Delle fattezze degli uomini etiopi abbiamo veduto come ne parla Petronio nelle parole riportate alla pag. antec. not. b. Delle donne ce ne dà un’elegante descrizione l’autore del Moretum, ivi puro citato:

    Afra genus, tota patriam testante figura,
    Torta comam, labroque tumens, & fusca colore,
    Pectore lata, jacens mammis, compressior alvo,
    Cruribus exilis, spatiosa prodiga planta,
    Continuis rimis calcanea scissa rigebant.

    Infatti Luciano Navig. §. 2. Tom. iiI. pag. 246. riportato già poc’anzi, parlando di un giovanetto egiziano venuto in Roma, scrive che era nero, di labbra grosse, e di gambe fottili e piccole: niger, labiosus, & tenui nimis crure: E per tutte quelle cose avrà detto Eliano De Nat. animal. lib. 4. cap. 54., che gli Egiziani non potevano dirli belli.

  3. Herod. lib. 2. cap. 77. pag. 138.
  4. Radzivil Jerosolym. peregrin. epist. iiI. pag. 190. [S. Atanasio, che era alessandrino, e molto aveva girato per l’Egitto, nella vita di S. Antonio abate, in fine, num. 92. oper. Tom. I. pag. 692., rileva come una cosa particolare, che avesse alla sua morte tutti ancora i denti. Morì peraltro in età di anni 105. Alle mummie, che vengono in Europa, mancano per lo più in qualche parte; come alcuni ne mancano a quella di S. Maria Novella in Firenze, e a quella dell’Accademia di Cambrigia., Middleton Antiq. Monum. Tab. XXII. pag. 256.
  5. lib. 1. c. 35. pag. 86. lib. 27.
  6. Straordinariamente grandi ci descrive Achille Tazio quei ladroni, de’ quali si è parlato poc’anzi.
  7. Amm. Marcell. lib. 22. in fine. [ Homines Ægyptii plerique subfusculi sunt, & atrati, magisque moestiores, gracilenti, &