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Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/280

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

7084La man ritrovò, come nido
nel cavo del tronco vetusto,
le ricchezze della sua gente;
e, come le uova lasciate
si raccolgono, ella raccolse
il retaggio della sua gente;
e non s’udì muovere ala
7091né pigolare nel nido
ma tutto era luce calore
odor di glebe odor d’erbe
fragranza di miele selvaggio
e fremito di biade
già fulvide nella pianura.
O solstizio d’estate,
7098annunzio della mietitura!

Per vincere il dolore,
io lo cercai dovunque,
senza tregua; e spezzato
me l’ebbi a frusto a frusto.
Per vincere il disgusto,
respirai l’aria infetta,
7105il fetore del fiato
plebeo, l’afa della carogna,
il lezzo della fogna,
la peste della cloaca,
il rutto della mala ebrezza.
Per vincere la stanchezza,
volli cose più pesanti
7112da portare in sentieri


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