Vai al contenuto

Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/259

Da Wikisource.
Versione del 27 feb 2019 alle 23:45 di Paperoastro (discussione | contributi) (fix)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
DELLA TERRA E DEGLI EROI

or che il Genio con la sua face
t’accende la lucerna,
qual tirannide crolla,
nasce qual novo mito,
6489qual puro eroe s’eterna?„

Ma dissi alla Delfica: “Te [Inno alla Delfica]
amerò, tra due vènti avversi
nata dall’onda marina
esule Oceànide, te
che i lombi non anche detersi
hai dall’amarezza salina.
6496Chiusa nella tunica grave
or sei, nella lana cui morde
la fibula sotto l’ascella;
ma ti gonfia il vento del mare
dall’òmero al pòplite il manto
ampio quasi trevo in procella.
Tu svolgi dalla sinistra
6503mano il tuo ròtolo santo
che come vela quadra
s’inarca alla banda contraria;
e così vigile assisa
mi pari su cassero forte
di nave che navighi i tempi,
sicura tra i due vènti avversi,
6510fresca Virtù solitaria.

Io ben so che l’onda natale
crea questa tua giovinezza


- 245 -