Vai al contenuto

Pagina:De Amicis - Marocco.djvu/175

Da Wikisource.
Versione del 16 gen 2022 alle 20:51 di Luigi62 (discussione | contributi)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)


BEN-AUDA


La mattina seguente, al levar del sole, guadammo il fiume Kus, sulla destra del quale è posta la città d’Alkazar, e ci avanzammo di nuovo per una campagna fiorita, ondulata, solitaria, di cui non si vedevano i confini. La scorta s’era sparpagliata sopra un vasto spazio, in un gran numero di drappelli, che parevano altrettanti piccoli cortei di sultani. I pittori galoppavano di qua e di là coll’album e la matita in mano, a schizzar cavalli e cavalieri. Gli altri dell’ambasciata parlavano dell’invasione dei Goti, di commercio, di scorpioni, di filosofia, ascoltati avidamente dal gruppo dei servi a cavallo che ci venivano dietro. Civo prestava una particolare attenzione ai discorsi di filosofia. Hamed, invece, era tutto attento al signor Pacxot, suo padrone, che raccontava una