Vai al contenuto

Leggenda eterna/Intermezzo/Grandinata

Da Wikisource.
Versione del 20 mag 2022 alle 17:34 di Luigi62 (discussione | contributi) (Porto il SAL a SAL 100%)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Grandinata

../Dicembre ../Vespero IncludiIntestazione 20 maggio 2022 100% Letteratura

Intermezzo - Dicembre Intermezzo - Vespero
[p. 56 modifica]

GRANDINATA.


 
Sotto la fitta grandine
pregano le campane desolate
con la voce dei secoli:
— Signor Signor, cessate!

Cessate dal percuotere
chi alla terra non chiede altro che il pane,
cessate dal distruggere
severamente le speranze umane.

[p. 57 modifica]


Son tanti anni che soffrono,
tanti anni che v’implorano, o Signore;
e stanchi omai si chiedono
se Voi siete e da Voi viene il dolore,

o piuttosto uno squallido
deserto è il cielo che l’uman pensiero
nell’angoscia si popola,
sfuggendo al vuoto orror del cimitero! —

Sotto la fitta grandine
pregano desolate le campane
con la voce dei secoli:
— pietà, pietà delle sciagure umane! —

E intanto ecco dall’ultimo
orïente, la luna erge il suo pieno
disco; sul mar di nuvole,
ecco, intanto laggiù rompe il sereno.

[p. 58 modifica]


Mite sorride agli uomini
la bianca luce e le campagne inonda,
mite come un rimprovero
materno, che ad accusa empia risponda.

La gran voce dei secoli
nel diffuso chiaror s’accheta e tace;
ogni altro suono affondasi,
lento, nel mar della notturna pace.