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GIUSTINO | 47 |
Troppo sin’ora, e troppo abbiam sofferto.
La ragion delle genti or ti preserva
Dal nostro sdegno. Ma viltà sarebbe
Tollerarti di più. Vanne, e di’ 1 pure
A Vitalian che venga; e che s’affretti,
Che l’attendiam 2; e se a venir ritarda,
Noi vedrà assalitori. Omai la Grecia
Dee respirar; stanchi di sofferirlo
Sono gli giusti Dei. Cadrà l’indegno,
E la sua morte d’Anastasio al sangue
Un fregio recherà, che ancor non ebbe.
(parte con Amanzio e guardie
SCENA VI.
Arianna, Vitaliano, Polimante, Giustino, soldati e guardie.
Polimante. (Ma soffri).
Arianna. Il traditore (a Vitaliano
Volea le nozze mie? Pria di sposarlo
Morta sarei; val d’Anastasio il core
Più d’un impero. Digli3 pur che4 l’odio;
Che l’oclierò sino ch’io viva, e lieta
Non sarò s’io non veggo a un’asta in cima
Del ribelle crudel la indegna 5 testa.
(parte, e dopo essa 6 tutto l’esercito, fuorché Giustino
SCENA VII.
Vitauano, Poumante e Giustino.