Adiecta (1905)/I/XXXI

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I - XXX I - XXXII
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SVB SYDERA POLI

I.


     Dalle brume del ciel, sottili e fioche,
le stelle guardati la deserta ghiaccia;
nell’ombra sepolcral taccion le roche
4volpi, strisciando alla notturna caccia.

     Dormon l’anatre bianche in sulle poche
alghe del nido che la neve agghiaccia;
sul desolato pian russan le foche
8poi che lungi dell’uomo è la minaccia.

     Candida l’orsa scivola tra i massi
del ghiaccio secolar, quasi per tema
11d’esser tradita dal fruscio dei passi;

     e in fondo alla polar pace suprema,
nessun urlo di Vescovo che passi
14il raca vomitando e l’anatema!



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II.


     O pura, eterna ed ineffabil pace
che drizzasti da noi sì lunge il volo,
dunque più non vorrai l’ala fugace
4volger benedicendo al nostro suolo?

     Dunque il Verbo di Dio parlò mendace
se a regger l’alme l’Iscariota è solo,
se il tuo viso immortai s’asconde e tace
8nella deserta immensità del polo?

     Ah no, torna con noi! Lascia l’incanto
dei silenzi nevosi, ove natura
11par che in ghiaccio converta il nostro pianto!

     Torna! Brillan le falci alla pianura
e sale al ciel de’ mietitori il canto....
14la sacra messe a chi sperò, matura!