Andrea Doria/Interpretazione di Andrea Doria

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Interpretazione di Andrea Doria

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Interpretazione di Andrea Doria
Andrea Doria L'Uomo

INTERPRETARE vuol dire «scoprire e manifestare il significato segreto di una persona o di una cosa». Orbene, se io penso ad Andrea Doria, sento sempre più che un significato segreto della sua vita esiste. E a questo significato io dò un nome che voi conoscete, ma che forse in questo momento non pensate.

Io vedo la figura solida del patrizio genovese piantarsi a cavallo di due secoli, dei due secoli più tristi e insieme più grandi della storia d’Italia, e dal suo trono ideale la vedo dirigere questa nostra povera Italia in eterna lotta, con se stessa e con gli stranieri. Lo vedo, a un certo momento, assumere un ruolo preciso nella tragedia italica, ed opporsi al destino, e affrettare il destino, e affiancarsi al destino. Lo vedo dare la libertà alla sua Patria, e avviarla verso il suo domani; e soccorrere questa città, e liberare quest’altra e accorrere ovunque. Lo vedo sempre pronto a intervenire, a rincuorare, a rimproverare, a giudicare.

Tutti guardano a lui, ed egli guarda a tutti. Consiglia Venezia, aiuta Firenze, affianca il Pontefice, difende Nizza, riprende la Corsica, si preoccupa di tutto e di tutti. Ogni cosa che avviene in Italia lo riguarda: e invia messi e corrieri, e chiede truppe, e manda navi.

E’ il Signore senza corona di Genova, ma anche il Signore senza corona di una Patria più grande.

Ora voi cominciate a comprendere il nome che io dò al suo significato segreto, al significato di quest’uomo prodigioso, che riempie di sé la metà di un secolo luminoso e terribile.

Provate a togliere quest’uomo dalla storia d’Italia della prima metä del XVI secolo: non vi riuscirà. Egli è una cosa sola con l’Italia, è una cosa sola con tutto: col Piemonte invaso, con la Lombardia disputata, con Firenze inquieta, con Venezia dubitosa, con Roma, con Napoli, con Genova. E’ una cosa sola con i grandi e con i piccoli, e si batte per gli uni e per gli altri, e manda missive all’Imperatore e a tutti i personaggi, perché alla loro sicurezza, alla loro, tranquillità, alle loro necessità sia provveduto.

II destino toglieva aIl’Italia il grande fiorentino del «Principe» proprio mentre il grande genovese stava iniziando il periodo decisivo della sua vita. Ma io penso che l’Uomo da lui sognato nelle sue veglie, avrebbe trovato la sua copia fedele in questo duro marinaro, ch’era ardito militare, sapiente politico, astuto diplomatico, sereno negoziatore, e che amava la Patria sopra se stesso e sopra tutti i suoi interessi e i suoi affetti. Che riuniva cioè in sé quelle qualità eccelse che nessun altro italiano di quei secoli aveva mostrato di tenere in sé riunite: le qualità che tutti i poeti e i pensatori avrebbero voluto trovare nell’uomo che auspicavano, per la salvezza d’Italia.

Non era ancora giunta l’ora della Patria politicamente unita, anzi il discorrerne proprio in quel periodo poteva parer follia: ma il Doria rappresenta ugualmente tutta l’Italia, è tutta l’Italia. Davanti all’Imperatore che comanda la più gran parte del mondo civile e anche il nuovo mondo possiede, egli è l’Italia: la rappresenta tutta, la difende tutta. Carlo V è l’imperatore del mondo: ma il Genovese è il «principe» dell’Italia.

E se dall’Occidente o dall’Oriente, a questa terra disunita ma una, giunge una minaccia, ecco subito il Principe correre alla difesa, e andare con le navi, e ordinare gli uomini, e imbarcarli, e portarli Ià dov’è il pericolo, per far barriera, per fermare l’offesa.

E se i padroni del mondo devono calcare il suolo d’Italia, da Genova devon passare, e il Principe, in nome di Genova e in nome dell’Italia tutta, li riceve, li ospita, e li colma di onori. Gli ospiti trovano che troppo egli fa per loro, che enormi son le cifre ch’egli deve spendere per accoglierli con quella sontuosità, che nessun altro li ha mai ricevuti con tanta larghezza, e il Doria, sa che è cosi, e deve essere cosi.

Non è lui che offre, egli offre per l’Italia. Noblesse oblige: e quale noblesse!

Proprio cosi: in questo modo io interpreto, io vedo, io sento Andrea Doria.

II Suo Senso segreto, che mi si è manifestato amando e studiando la sua grande figura e la sua grande storia, ha per me quel nome che voi tutti amate come l’amo io.