Andria/Atto primo/Scena II
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SIMONE, DAVO.
- Simone
- LA cosa è chiara, che mio figlio neghi
Di tor moglie, cosi mi accorsi essere
Sconvolto Davo, quando e’ sentì, ch’erano
Queste nozze sul farsi. Ma egli esce .
- Davo
- Ben avea maraviglia, che la cosa
Andasse in questo modo; e sempre stetti
In dubbio, dove avesse a riuscire
La placidezza del padron; che avendo
Udito come più dar non doveavisi
Moglie a suo figlio, non fe’ mai parola
Con alcuno di noi; ne mai mostrò
Che gli spiacesse.
- Simone
- Ben lo farà adesso;
E penso io, non senza che tu gliele
Paghi.
- Davo
- E volle cosi, acciocchè noi
Fuor de’ pensieri, stessimo col cuore
In una falsa allegrezza, e scacciata
Ogni paura, egli potesse incogliersi
Dormendo, e non avessimo più agio
Di frastornar le nozze. Oh, che astutezza!
- Simone
- Che dice il Manigoldo?
- Davo
- Ecco il padrone,
Ed io non l’aveva veduto.
- Simone
- Davo.
- Davo
- Oh, che cos’è?
- Simone
- Vientene un poco quì.
- Davo
- Che vuole ora costui?
- Simone
- Che parli tu?
- Davo
- Di che cosa?
- Simone
- Mi chiedi di che cosa?
E’ si è levata una voce, che mio
Figliuolo è innamorato.
- Davo
- Oh, alla fe,
Il popolo non ha altro, che fare,
Che aver la mente a lui.
- Simone
- Odi tu ciò,
Che dico, o no?
- Davo
- Io l’odo certo.
- Simone
- Ma
Lo andar a cercar ora queste cose
Ella è parte da padre indiscreto;
Imperciocchè di quanto nel passato
Ei fece, non m’importa. Finchè era
Tempo da queste cose, lo lasciai
Soddisfar a suo modo. Ora ci vuole
Altra sorta di vita, altri costumi.
Però ti chieggo, s’egli è giusto, e pregoti,
Davo, che insine e’ torni sulla buona
Strada.
- Davo
- Che sarà questo?
- Simone
- Tutti gli
Innamorati con disgusto, soffrono
Che lor sia data moglie.
- Davo
- Così dicono.
- Simone
- Che se poi danno orecchio a qualche loro
Consigliero sfrontato, per lo più
L’animo infermo si attiene al peggiore.
- Davo
- Io non intendo nulla.
- Simone
- No eh dunque?
- Davo
- No certo; ch’io son Davo, e non Edipo.
- Simone
- Vuoi dunque ch’io te la chiarisca, come
Un cristallo?
- Davo
- Si, fatelo di grazia.
- Simone
- S’ oggi mi accorgerò, che tu ti studi
Di tesser qualche inganno, acciocchè queste
Nozze sieno disciolte; o che tu voglia
Mostrar in questa cosa quanto tu
Sia astuto; dopo averti fatto prendere
Il legno Davo, ti caccierò a volgere
La mola, sinchè tu mi crepi sotto:
Con tal condizione, e giuramento
Tale, che s’io ti tolgo mai di là
Abbi a macinar io in vece tua.
Or bene, l’hai tu intesa ancora, o no?
- Davo
- Io l’ho intesa benissimo; così
Voi siete uscito, e non avete usato
Nessunissimo giro di parole.
- Simone
- In ogni cosa soffrirò di essere
Aggirato, ma in questa no.
- Davo
- Di grazia
Con le buone.
- Simone
- Tu uccelli, ch’io ti veggo
Bene; ma te lo dico, guarda di
Non operare cosi alla pazzesca;
Che poi tu non dicessi di non essere
Stato avvertito; io te lo dico, guardati.