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Andria/Atto terzo/Scena I

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Atto terzo - Scena I

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Publio Terenzio Afro - Andria (II secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Luisa Bergalli (1735)
Atto terzo - Scena I
Atto terzo Atto terzo - Scena II


 
MISIDA, SIMONE, DAVO, LESBIA, GLICERIA.

Misida
Naffe, Lesbia, tu dì la verità,

Che si pena trovar un’ uomo, il quale
Sia fedele alla Donna.

Simone
Questa è la

Fantesca dell’ Andriana, ne vero?

Davo
Ella è dessa si.


Misida
Ma questo Panfilo…


Simone
Che dic’ella.


Misida
Mantenne la promessa.


Simone
Ah!


Davo
Diavol fallo sordo, o fa colei

Muta.

Misida
Perchè comandò, che allevassesi

La creatura, ch’ella partorisse.

Simone
Oh Dio, che sento io? non v’ è riparo,

Se Costei dice il vero.

Lesbia
Mi racconti

Un animo di un Giovine dabbene.

Misida
Dabbenissimo: ma vien drento meco,

Che tu non fossi poi tarda.

Lesbia
Io vengo.


Davo
Che tiriaca troverò io a questo

Velenaccio?

Simone
Ch’è cio? che sia si pazzo

D’allevarsi un figliuolo d’una femmina
Straniera. O scimunito, io l’ho capita
Pure una volta a mala pena.

Davo
Che

Dice, ch’egli ha capito?

Simone
Questo è il primo

Trovato di costui, che fanno fingere,
Che costei partorisca; perchè vogliono
Sgomentare Cremete!

Glicerina
Oime, Giunone,

Lucina, accorri col tuo ajuto, salvami
Te ne prego.

Simone
Oh oh ve’, cosi subito?

L’è ben cosa da ridere; poichè
Sentì, ch’ era davanti alla sua porta
Ella si affretta di gridare. O Davo,
Non hai distribuito con molt’ ordine
La cosa, nè a tempo.

Davo
Dite a me?


Simone
I tuoi scolari non hanno saputo

Eseguire.

Davo
Io non so, che vi diciate.


Simone
Deh vedi vedi, che scherzi farebbemi,

S’egli mi avesse colto nelle nozze
Vere; ma ora egli si aguzza il palo
Sulle ginocchia. Io già navigo in porto.