Antropologia/XII/5
Questo testo è completo. |
◄ | XII - 4 | XII - 6 | ► |
Dò questo nome a quella razza che fu chiamata ottentota e che comprende gli Ottentoti ed i Boschimani. I Capoani hanno la pelle di colore molto chiaro per essere abitatori dell’Africa meridionale, e cioè del colore del cuoio conciato, inoltre assai rugosa anche negli individui di età non molto avanzata. Capelli neri, lanosi, disposti a ciuffi. Statura piccola od appena mediocre. Prognatismo moderato. Labbra piene, ma meno tumide che nei Negri. Barba scarsa, corpo pochissimo peloso. Naso piccolo con larghe narici. Mento piccolo ed acuto. Occhi socchiusi, ma non obbliqui. Mani e piedi piccoli.
Nelle femmine vi ha manifesta steatopigia (vedi fig. 1), e le labbra minori degli organi sessuali esterni sono sviluppate in modo da produrre il così detto grembiule. Razza dolicocefala. Il setto che divide la fossa olecranica dalla coronoidea è perforato.
Gli Ottentoti abitano l’estremo sud-ovest dell’Africa, estendendosi verso nord fino circa al 19° grado di latitudine australe. I Boschimani, detti anche Saan, hanno la loro sede principale lungo il fiume Orange, ma si estendono a nord fino al Kumene ed allo Zambesi, ossia fino al 27° grado circa di lat. australe (fig. 12).
La deposizione di grasso, che nelle femmine determina la steatopigia, ha luogo nelle natiche ed intorno a esse, e sulla faccia esterna delle coscia. Questa particolarità è molto ammirata dagli uomini, ed Andrea Smith dice di avere veduta una donna, la quale era tenuta in conto di bellissima, e che aveva la parte deretana talmente sviluppata, che quando era seduta a terra non poteva alzarsi, e doveva trascinarsi innanzi finchè trovava sul terreno qualche sporgenza che le rendeva possibile il prendere la stazione eretta.
La voracità degli Ottentoti è portentosa; questa gente mangia enormi pezzi di carne, e quando si sentono lo stomaco pieno, si rotolano per terra allo scopo di aiutare la digestione. Le donne non sono da meno degli uomini, e particolarmente le giovani, dopo di essersi impinzate di carne, si fanno maneggiare e pestare il ventre dagli schiavi per meglio digerirla, e non appena sentono un po’ di alleviamento, riprendono il pasto con eccellente appetito.
Di una tale donna può dirsi con Dante:
- Che mai non empie la bramosa voglia,
- E dopo ’l pasto ha più fame che pria.