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Aridosia/Atto secondo/Scena seconda

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Atto secondo
Scena seconda

../Scena prima ../Scena terza IncludiIntestazione 27 aprile 2008 75% Teatro

Atto secondo - Scena prima Atto secondo - Scena terza

Tiberio, Lucio, Erminio, Cesare a parte

Tiberio
Chi mi chiama?
Lucido
Non ti diss’io che tuo padre verrebbe?
Tiberio
Mio padre?
Lucido
Tuo padre viene, e sarà adesso adesso qui.
Tiberio
Mio padre?
Lucido
Tuo padre.
Tiberio
E chi l’ha visto?
Lucido
Io con quest’occhi.
Tiberio
Ed egli ha visto te?
Lucido
No, ch’ero discosto.
Tiberio
Io son rovinato, o Lucido.
Erminio
Come abbiano a fare?
Tiberio
Dico che son rovinato, Lucido, se non mi aiuti.
Lucido
Che vuoi ch’io faccia?
Tiberio
Qualche cosa di buono, Lucido mio.
Lucido
Facciàn levar quel letto e quella tavola, e lasciam la casa come la stava prima, e mandiam via costei.
Tiberio
Costei, e perchè?
Lucido
Vuoi tu, che tuo padre la trovi qua?
Tiberio
Chi mi chiama?
Lucido
Non ti diss’io che tuo padre verrebbe?
Tiberio
Mio padre?
Lucido
Tuo padre viene, e sarà adesso adesso qui.
Tiberio
Mio padre?
Lucido
Tuo padre.
Tiberio
E chi l’ha visto?
Lucido
Io con quest’occhi.
Tiberio
Ed egli ha visto te?
Lucido
No, ch’ero discosto.
Tiberio
Io son rovinato, o Lucido.
Erminio
Come abbiano a fare?
Tiberio
Dico che son rovinato, Lucido, se non mi aiuti.
Lucido
Che vuoi ch’io faccia?
Tiberio
Qualche cosa di buono, Lucido mio.
Tiberio
Dove vuoi tu ch’io la mandi così sola?
Lucido
Dov’ella è usa a stare, e tu per un’altra via vattene in villa.
Tiberio
Così scalzo? eh Lucido, trova un altro modo, ch’io non abbia a partirmi da Livia mia.
Lucido
Lo farò, se trovi un modo, che tuo padre non venga qui; se noi avessimo il tempo lungo, e fussimo tutti d’accordo, difficile sarebbe trovar rimedio a questo disordine; oh pensa, essendo mal d’accordo, e senza tempo.
Erminio
Tu fai sopra le spalle tue; se tuo padre ti trova qui. come pensi tu che l’abbia d’andare?
Lucido
Io mi meraviglio ch’egli stia tanto, perch’egli era già dentro alla porta; è ben vero che va appoggiandosi, e par che porti i frasconi.
Tiberio
Non sarebbe meglio ch’io mi rinchiudessi con Livia, in una di queste camere, e non gli rispondessi mai?
Erminio
Oh bel disegno! non vorrebbe egli veder chi vi fosse?
Tiberio
Gli avrebbe forse paura ad entrar lì?
Lucido
Orsù, io v’intendo, state di buon animo ch’io ho ritrovato un rimedio, col quale, stando nel letto, medicherò tutti questi mali: vattene tu dentro con Livia; voi, Erminio, rimanete fuori.
Erminio
E che buona pensata è stata questa.
Lucido
Ma chiudete questa porta col chiavistello, e con la stanga, e fate conto, che non sia nessuno in questa casa, e s’egli è bussato, e fusse rovinata la porta, non rispondete niente, e non fate strepito per casa; abbiate insin cura che il letto non faccia rumore; dall’altro canto, quand’io mi spurgo, fate il maggior rumore che sia possibile con la panca e con il letto, e gittate giù qualche tegolo, quando sentite brigate intorno all’uscio, e non uscite un iota di questa commissione, chè voi e me rovinereste ad un tratto.
Tiberio
Non dubitare, così faremo.
Erminio
Che diavolo vuoi tu far, Lucido?
Lucido
Lo vedrete; ma è meglio ch’andiate a ragguagliar ogni cosa a Marcantonio, acciocchè bisognandoci poi l’opra sua, lo possiamo adoperare; ed ecco a punto di qua Aridosio; guardate ch’ei non vi vegga intorno all’uscio, e io ancora mi vo’ a tirar qua dietro.
Erminio
Addio adunque.
Cesare
Per Dio! ecco Aridosio; che cosa ha a esser questa? io son disposto di stare infino al fine, ma in luogo ch’ei non mi vegga.