Asolani/Libro terzo/II

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Libro terzo - Capitolo II

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Perciò che, cercandosi il dì dinanzi delle tre donne per quelle che dimorar con esso loro soleano, nello andare che elle fecero nelle feste, e trovato che elle erano nel giardino e la cagione risaputasi, pervenne la novella di bocca in bocca a gli orecchi della Reina, la quale ciò udendo e sentendo che belle cose si ragionavano tra quella brigata, ma più avanti di loro non sapendole perciò alcuna ben dire, mossa dal chiaro grido che i tre giovani aveano di valenti e di scienziati, ne le prese talento di volere intendere quali stati fossero i loro ragionamenti. Per che la sera, poscia che festeggiato si fu e cenato e confettato, né altro attendendosi che quello che la Reina commandasse, avendo ella tra le più vicine a sé madonna Berenice, il viso e le parole verso lei dirizzando lietamente disse: - Chente v’è paruto il nostro giardino, madonna Berenice, questi dì, e che ce ne sapete dire? perciò che noi abbiamo inteso che voi con vostre compagne vi sete stata.
- Molto bene, Madama - rispose la donna, al dire di lei levatasi inchinevolmente. - Egli m’è paruto tale, quale bisognava che egli mi paresse, essendo di Vostra Maestà -.
E quivi dettone quello che dir se ne poteva cortesemente, e talvolta il testimonio di Lisa e di Sabinetta mescolandovi, che molto lontane non l’erano, fece tutte l’altre donne, che l’udivano e veduto non l’aveano, in maniera disiderose di vederlo, che loro si facea già tardi che la Reina si levasse, per potervi poi andare quella sera ancora col giorno, il quale tuttavia di gran passo s’inchinava verso il Marrocco per nascondersi. Ma la Reina leggiermente avedutasene, poi che madonna Berenice si tacque: - Nel vero - disse - egli ci suole essere di diporto e di piacere assai. E perciò che buoni dì sono che noi non vi siamo state, e queste donne per aventura piglierebbono un poco d’aria volentieri, noi vi potemo andare tutte ora per lo fresco -.
E così levatasi e presa per mano madonna Berenice, con tutte l’altre scesa le scale e nel bel giardino entrata, lasciatene molte andare chi qua chi là sollazzandosi, con lei ad una delle belle finestre riguardanti sopra lo spazievole piano si pose a sedere e sì le disse: - Voi ci avete ben detto di questo giardino molte cose, le quali noi sapevamo, come che voi ce l’avete fatte maggiori che elle non sono. Ma de’ vostri ragionamenti, che fatti v’avete, de’ quali niuna cosa sappiamo e nondimeno intendiamo che sono suti così belli e così vaghi, non ci avete perciò detto cosa niuna. Fatecene partecepa, ché egli ci sarà caro -. Per che ella non sapendo come negargliele e, dopo altre parole e dopo molte lode date a’ tre giovani, fatta dolcemente sua scusa, che ella pure a ripensare tra se stessa il tutto di tanti e tali ragionamenti non si sarebbe di leggiero arrischiata, non che di raccontargli a Sua Maestà si fosse tenuta bastante, dalla maggioranza data primieramente a Gismondo e dalla sua cagione cominciatasi, non ristette prima di dire, che ella, tutte le parti de’ sermoni di Perottino e di quelli di Gismondo brievemente raccogliendo, la somma delle loro questioni al meglio che ella seppe le ebbe isposta, avendo sempre risguardo che come donna e come a Reina gli esponea. La Reina, uditola e parendole la macchia e l’ombra aver veduta di belle e convenevoli dipinture, sentendo che Lavinello avea a dire il dì seguente, si dispose di volerlo udire ancora essa e d’onorare sì bella compagnia, quel dì che ella potea, con la sua presenza; e dissegliele. Il che alla donna fu molto caro, parendole che, se la Reina vi venisse, ogni materia dovesse potere essere tolta via a chiunque di così fatti ragionamenti e di tale dimora fosse venuto in pensiero di parlarne meno che convenevolmente. Erasi già col fine delle parole di madonna Berenice ogni luce del dì partita dal nostro hemispero, e le stelle nel cielo aveano cominciato a riprendere da ogni parte la loro; per che, con quella di molti torchi, la Reina e l’altre donne, risalite le scale, s’andarono alle loro camere per riposarsi. Nelle quali come fu con le sue compagne madonna Berenice, detto loro ciò che con la Reina ragionato avea tanta ora e il suo pensiero, mandarono di presente per li tre giovani; i quali venuti, disse madonna Berenice a Lavinello: - Lavinello, egli t’è pure venuto fatto quello, di che oggi Gismondo ti minacciò: sappi che ti converrà dire in presenza di madonna la Reina domane. - E fatto loro intendere come la cosa era ita e alquanto sopra ragionatone, licenziatigli, a’ bisogni della notte e al sonno diedero le sue ore.