Azioni egregie operate in guerra/1621

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1621.

E
RA rimasto esso Spinelli al governo della Moravia; quando intese, che calava verso quella Provincia Cristiano della Casa di Brandeburg Marchese di Jergentorf con un corpo di Ribelli. Lo prevenne co’ suoi Napolitani; lo assalì con gran bravura nelle vicinanze di Troppau, e lo disfece. Altra Cavalleria Italiana sotto il Conte di Bougovi passò nell’Ungheria, dove il Principe Betlera Gabor parte colle frodi, parte colle violenze di poderoso esercito erasi impadronito di Cassovia, e di altre piazze di quel Reame; indi sottomesso Possonio, erasi fatto eleggere Re, e trasportata altrove aveva la Corona, e gli ornamenti Reali. Il Conte di Bougovi, ristorate le soldatesche Cesaree co’ quartieri d’inverno sul fiume Mark, riebbe Passonio a’ primi di Maggio, indi occupò Tirnavia, Schinta, ed altre piazze. Di là s’avanzò all’attacco di Nayasel, che riuscì funestissimo a quel Generale, perché comparsi in quelle vicinanze alquanti squadroni Ungheri del Gabor, il Conte, per tenerli indietro, salì a cavallo, e s’avanzò con pochi de’ suoi. Da numero maggiore di nemici fu ben presto circondato, e da uno di loro, con la lancia gettato da cavallo. D. Annibale Gonzaga de’ Marchesi di Mantova, sopraggiunto con alquanti Tedeschi, si lanciò nel mezzo delle truppe ostili con ammirabile bravura; cosicché diede tempo al suo Generale, di ritirarsi alcuni passi, ma a piedi. S’ingrossarono gli Ungheri, e costrinsero D. Annibale a dar addietro, sicché rimasto scoperto il Bougovi, con tredici colpi rimase ucciso1. Il Gonzaga ritornò con squadra fresca alla carica, e spinse i suoi, fin dove giaceva disteso sul suolo il cadavere dell’estinto, che calato esso a terra, caricò sopra il proprio cavallo, e trasportò nel Campo ad onorata, e gloriosa sepoltura. Il fatto del Gonzaga riportò lodi distinte.

Perduto il Capo, fu risoluto da’ Cesarei di levar l’assedio da Nayasel a cagione della penuria de’ viveri, e delle frequenti pioggie. D. Scipione Filomarino, che nella oppugnazione, e nella conquista delle Città sopraddetta con indefessa vigilanza, e intrepido coraggio erasi avanzato ne’ più pericolosi cimenti, si esibì a guidare la retroguardia al [p. 15 modifica]salvamento. Tra le continue scaramuccie, ed infestazioni de’ nemici marciò sempre combattendo, finchè si ridusse in luogo sicuro con iscarsa perdita de’ suoi; nel che guadagnò strepitosa commendazione, e merito distinto presso di Cesare. Ritornato poi il Gabor con forze maggiori all’assedio di Possonio, accorsero lo Spinelli, il Caracciolo, e il Filomarino, e superate molte difficoltà, v’introdussero opportuno soccorso, nel qual fatto il Filomarino, dovendo passare tralle bocche de’ moschetti nemici, fu ferito nella gamba con pericolo di morire. Salvollo la cura diligente de’ Medici, sicchè nell’anno

Note

  1. C. Gualdo, Vita di Ferdinando III, pag. 47.