Canti Orfici/Immagini del viaggio e della montagna/Viaggio a Montevideo

Da Wikisource.
Viaggio a Montevideo

../...Poi che nella sorda lotta notturna ../Fantasia su un quadro d'Ardengo Soffici IncludiIntestazione 12 settembre 2008 75% Poesie

Immagini del viaggio e della montagna - ...Poi che nella sorda lotta notturna Immagini del viaggio e della montagna - Fantasia su un quadro d'Ardengo Soffici
[p. 75 modifica]

VIAGGIO A MONTEVIDEO


     Io vidi dal ponte della nave
I colli di Spagna
Svanire, nel verde
Dentro il crepuscolo d’oro la bruna terra celando
5Come una melodia:
D’ignota scena fanciulla sola
Come una melodia
Blu, su la riva dei colli ancora tremare una viola...
Illanguidiva la sera celeste sul mare:
10Pure i dorati silenzi ad ora ad ora dell’ale
Varcaron lentamente in un azzurreggiare:....
Lontani tinti dei vari colori
Dai più lontani silenzi
Ne la celeste sera varcaron gli uccelli d’oro: la nave
15Già cieca varcando battendo la tenebra
Coi nostri naufraghi cuori
Battendo la tenebra l’ale celeste sul mare.
Ma un giorno

[p. 76 modifica]

Salirono sopra la nave le gravi matrone di Spagna
20Da gli occhi torbidi e angelici
Dai seni gravidi di vertigine. Quando
In una baia profonda di un’isola equatoriale
In una baia tranquilla e profonda assai più del cielo notturno
Noi vedemmo sorgere nella luce incantata
25Una bianca città addormentata
Ai piedi dei picchi altissimi dei vulcani spenti
Nel soffio torbido dell’equatore: finché
Dopo molte grida e molte ombre di un paese ignoto,
Dopo molto cigolio di catene e molto acceso fervore
30Noi lasciammo la città equatoriale
Verso l’inquieto mare notturno.
Andavamo andavamo, per giorni e per giorni: le navi
Gravi di vele molli di caldi soffi incontro passavano lente:
Sì presso di sul cassero a noi ne appariva bronzina
35Una fanciulla della razza nuova,
Occhi lucenti e le vesti al vento! ed ecco: selvaggia a la fine di un giorno che apparve
La riva selvaggia là giù sopra la sconfinata marina:
E vidi come cavalle
Vertiginose che si scioglievano le dune
40Verso la prateria senza fine
Deserta senza le case umane
E noi volgemmo fuggendo le dune che apparve
Su un mare giallo de la portentosa dovizia del fiume,

[p. 77 modifica]

Del continente nuovo la capitale marina.
45Limpido fresco ed elettrico era il lume
Della sera e là le alte case parevan deserte
Laggiù sul mar del pirata
De la città abbandonata
Tra il mare giallo e le dune.     .     .     .     .     .     
50.     .     .      .     .     .      .     .     .      .     .     .      .     .     .      .     .     .