Canti dell'ora/I. Fantasie/Il monte

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Il monte

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IL MONTE


Dal monte luce e silenzii. Dal monte
libertà e forza. Ne l’acre lavoro
consunte vite, sovvengavi ’l fonte
                              4del vostro ristoro.

Date a l’ascesa le insonni ansie; date
al roborante aromatico strame
gli esaurimenti; a le ferree ventate
                              8le fisime grame.

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Oblìo pe’l cruccio che rode, pe’i morbi
salute il monte vi dona. Gli piace
l’orma de l’uomo se i suoi non intorbi
                         12dominii di pace.

Però che molto ei sofferse. Già corse
età di lotte oltre i secoli. I ghiacci
dente a le rupi implacabile e morse
                         16fur d’orridi abbracci.

Invan l’atleta gloriò in sua saldezza.
Per l’ime vene arse un palpito ignito;
tremò: e lo schianto del cor che si spezza
                         20conobbe il granito.

Le mostruose ire prime l’indomo
visse del mondo che null’occhio esplora:
quelle che occulte nel senso de l’uomo
                         24assonnano ancora.

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Or posa. Ossigeni l’aria gli fura,
calcari ’l mar, polle ’l fiume nascente,
metalli e selve l’industre pianura:
                         28ei tutto consente.

E posa, e vigila. Son l’orme altere
de l’uomo assai; ma più i ceppi serrati.
E i suoi raddoppia su l’irte scogliere
                         32pinnacoli astati.

Libero è il monte. Se il picciol rivale,
che opprime e serve, gli getta sue sfide,
ei sperde il vanto de l’ombra che sale:
                         36lo attira, e lo uccide.