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Cento vedute di Firenze antica/Vedute/IX - XX

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Vedute IX -XX

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Vedute Vedute - XXI - XXX

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IX.


V
eduta di Firenze del 1352, frescata ai piedi di una figura simbolica della Misericordia nella sala del Commissario del Bigallo, ora del Consiglio. Oggi nell’iscrizione si legge la data 1342 ma per alterazione di qualche restauratore, poichè gli storici riferiscono d’accordo il 1352. È inutile dire che ci vediamo d’innanzi una veduta sommaria, nella quale sono riprodotti i principali edifici, e i vani, fra di loro, riempiti di poche e minori costruzioni che possono dare un’idea del tipo architettonico predominante, ma non di singole e speciali fabbriche. Anzi, nemmeno sull’ubicazione e sull’aspetto preciso degli edifici principali è da far conto, poichè, spesso, chi guarda è costretto a lavorar d’induzioni pel riconoscimento di quelli meno caratteristici. Ad ogni modo a noi è parso interessante riprodurla come saggio e su tutto perchè il Battistero e il Duomovi sono ritratti con relativa accuratezza, e il Duomo si mostra con parte della facciata in seguito demolita e col campanile rimasto all’altezza cui l’aveva condotto Andrea Pisano, morto nel 1348. Di questa veduta Vincenzo Borghini produce una copia in un ms. di sue Memorie e Notizie di Antichità (Bibl. Nazionale, classe XXV, 551 — già Strozziano, 828).


Raccolta topografica degli Uffizi. — Fotografia dei Fratelli Alinari. [p. 29 modifica] [p. 31 modifica]

X.


V
eduta di Firenze della seconda metà del secolo XV. La presenza della facciata di Santa Maria Novella e della palla della cupola di Santa Maria del Fiore dimostra che fu disegnata dopo il 1470; la mancanza della cupola di S. Spirito dimostra che fu disegnata prima del 1482. Altri fatti concordano più o meno a restringere in quelle date il lavoro di disegno; ma Paul Kristeller crede che la silografia sia stata eseguita da Lucantonio degli Uberti nel secolo XVI. L’induzione di uno studioso, il quale (per la catena che circonda la stampa e si congiunge in un lucchetto) pensò che fosse opera di Vincenzo Catena, non regge all’esame del disegno che si rileva fiorentino, massime nelle figure pollaiolesche di sinistra. Così altri potrebbe pensare che la catena si riferisca allo stemma degli Alberti. La rarissima incisione intera si trova nel Museo di Berlino; un frammento è posseduto dalla Società Colombaria di Firenze; nel Palazzo della Signoria se ne trova una copia ad olio su tela. A notare le cose mutatesi nella città in più di quattro secoli ci vorrebbero molte pagine. Indicheremo solo il giro completo delle mura con ogni sua torre e le porte munite di cassero; il palazzo Pitti nella sua prima forma limitata per larghezza a sette finestre, il quadrato fortificato di Porta S. Niccolò; i ponti con le cappelle, compreso il Chiesino alla Carraia, la Porticciuola del Prato, il castello d’Altafronte convertito poi in Palazzo dei Giudici di Ruota ecc. Raccolta topografica degli Uffizi. — Da un fac-simile della silografia conservata ne’ Musei di Berlino. [p. 33 modifica] [p. 35 modifica]

XI.


P
ianta delle mura e dei ponti di Firenze. È interessante pel giro delle mura quasi totalmente distrutte, per l’indicazione dei singoli bastioni e l’ubicazione delle porte e dei mulini. A Porta S. Niccolò si vede il quadrato delle fortificazioni, del quale non rimane che un brevissimo tratto a sud, costituito dalle mura urbane. Dove queste — tra Porta S. Niccolò e Porta S. Miniato — formano una rientranza, si trova ancora all’interno un rudero del muro che piegava verso l’Arno — procedendo nella linea del muro di levante della odierna casa Signorini (via S. Niccolò, n. 35) e di quello a ponente dell’Istituto Demidoff (via Lungo Giardino Serristori, n. 2) — e s’apriva con una porta di contro a via S. Niccolò. Nella pianta si scorgono i casseri apposti a quasi tutte le porte e il luogo di Porta Faenza demolita nel 1534 quando si cominciò la Fortezza da basso. Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna di Baldassarre Peruzzi (1481- 1536). [p. 37 modifica] [p. 39 modifica]

XII.


V
eduta di Firenze durante l’assedio del 1530, frescata, in una parete della Sala di Clemente VII nel Palazzo della Signoria, da Giorgio Vasari, che ne scrive a lungo nel quarto de’ suoi Ragionamenti {Giornata seconda). Oltre che per l’aspetto di molti edifici, in seguito trasformati od abbattuti e sostituiti, la veduta è storicamente notevole per la disposizione delle milizie assedianti. Notiamo, per ciò che interessa questa raccolta, specialmente il gruppo del castello d’Altafronte, di S. Piero Scheraggio e delle case dove poi sorsero gli Uffizi.

Raccolta topografica degli Uffizi — Fotografia dei Fratelli Alinari. [p. 41 modifica] [p. 43 modifica]

XIII.


V
eduta di Firenze della prima metà del sec. XIX. La mancanza del campanile di Santa Croce dimostra che la fine litografia fu eseguita nella prima metà del sec. XIX. Nella traduzione dal disegno alla stampa non tutto è stato bene interpretato: si è aggiunta una bertesca a Porta S. Niccolò, si sono svisati alquanto la torre del Bargello, il Battistero, la cupola di S. Lorenzo. Nell’insieme però la veduta ritrae bene l’aspetto della città e l’amenità del suo fiume e de’ suoi colli.


Raccolta topografica degli Uffizi. — Litografia del Deroy. [p. 45 modifica] [p. 47 modifica]

XIV.


P
orta San Frediano, edificata nel 1332 con disegno di Andrea Pisano. Quantunque privata del cassero esterno, che si vede in molte antiche stampe, rimane fra le più intatte. Nella tavola, presso l’arco, si vede pendere ancora una grossa catena, frammento delle catene del Porto Pisano levate dai Fiorentini nel 1362 ed esposte come trofeo di guerra. Altri pezzi rimasero appesi a Porta S. Gallo, a Porta al Prato e a Porta Romana sino al 1859, nel quale anno furono restituiti a Pisa che li collocò nel suo Camposanto monumentale, dove ora si vedono.


Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna e a bistro d’E. Burci. [p. 49 modifica] [p. 51 modifica]

XV.


P
orta San Pier Gattolino o Romana, costrutta nel 1327, non certo su disegno di Iacopo Orcagna, probabilmente, in quell’anno, non ancor nato. S. Pier Gattolino era una chiesa demolita per far posto ad un bastione nel 1545. La lunetta interna fu frescata dal Franciabigio. Benché il luogo conservi nell’insieme le linee che si scorgono nel vecchio disegno, pure sono da notare mutamenti di particolari, in peggio. Al campanile di S. Giovanni Battista della Calza è stato tolto il ballatoio sorretto da mensole e dalla chiesa il tetto sporgente. Tra questa e il portichetto si è collocato una pesante cancellata di ferro, ai casotti laterali alla porta si sono imposte due marquises in ferro, e si è levato il grande rastrello mobile ecc.

Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna e bistro d’E. Burci.

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XVI e XVII.


orta San Giorgio, costrutta intorno al 1320 e detta S. Giorgio dal titolo d’una chiesetta che le era vicina. All’esterno mostra un rilievo, esprimente quel santo a cavallo, che uccide il drago, energica opera del sec. XIV, con traccie di policromia. Nella lunetta interna si vede un affresco rappresentante la Madonna tra i santi san Leonardo e Giorgio, con una data in parte guasta, da alcuni letta 1330, da altri 1430. Lo stile fa ritenere più probabile il secondo anno, perchè l’affresco, già attribuito a Bernardo Daddi, è da riferirsi a maestro un po’ più tardo, forse a Bicci di Lorenzo (1373-1452). Questa porta, come quella di San Frediano, conserva ancora il suo aspetto antico, salvo in pochi particolari trascurabili.

Raccolta topografica degli Uffizi. — Porta S. Giorgio dall’esterno. — Disegno a penna e bistro d’E. Burri.

Raccolta topografica degli Uffizi. — Porta S. Giorgio dall’interno. — Disegno a penna e bistro d’E. Burri. [p. 57 modifica]


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XVIII.


M
ura da Porta San Giorgio a Porta San Niccolò, fatte costruire dai Ghibellini, viste dal podere Cocchi, prima che questo fosse chiuso da un muro di cinta. La prima torre a sinistra è un po’ abbassata, ma poi sono da notarsi le mura ai fianchi di Porta S. Niccolò, demolite nel 1870, e il profilo del monte alterato pei lavori dei viali e del Piazzale Michelangelo.

Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna e a bistro d’E. Burci (1845). [p. 61 modifica] [p. 63 modifica]

XIX.


P
orta San Miniato, costrutta intorno al 1320 e denominata dalla chiesa che corona il colle imminente. È la più alterata fra quelle rimaste, perchè privata dei modiglioni, degli archetti e della tettoia. La strada esterna presenta oggi le case rimodernate. Fra gli edifici che si veggono all’interno è da notare il palazzo Del Rosso prossimo a S. Niccolò, ancora con la terrazza che poi è stata convertita in un piano abitabile con finestre a sbarra.

Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna e bistro d’E. Burci. [p. 65 modifica] [p. 67 modifica]

XX.


P
orta San Niccolò, costrutta a cominciare dal 1327. La lunetta interna si pretende frescata da Bernardo Daddi, ma certo dovette subire ridipinture nel secolo seguente e più tardi. Oggi si presenta senza le mura laterali e senza le imposte, levate nel 1870.

Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna d’E. Burci (1844). [p. 69 modifica]