<dc:title> Cento vedute di Firenze antica </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Corrado Ricci</dc:creator><dc:date>1906</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Cento vedute di Firenze antica, 1789.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Cento_vedute_di_Firenze_antica/Vedute/XXXI_-_XL&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20191126090255</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Cento_vedute_di_Firenze_antica/Vedute/XXXI_-_XL&oldid=-20191126090255
Cento vedute di Firenze antica - Vedute XXXI - XL Corrado RicciCento vedute di Firenze antica, 1789.djvu
ulina di San Niccolò, già esistenti nel sec. XIII e demolite nel 1870
per far posto all'Officina idraulica. Oltremodo pittoresche, si trovano riprodotte infinite volte. In fondo si vede il Ponte alle Grazie con
le casette sui piloni.
Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna d'E. Burci.[p. 109modifica][p. 111modifica]
XXII.
L
a Pescaia, le Mulina e la Porta di San Niccolò. Esclusa la torre che sovrasta a Porta S. Niccolò e il tratto delle mura che sale verso
Porta S. Giorgio, tutto il resto è cambiato. Il rudero a sinistra — ang-olo della Zecca — è stato abbattuto; le case opposte sono state sostituite dal Lungarno Cellini; le Mulina dall’Officina idraulica; le mura, laterali alla porta e a sprone sul fiume, demolite, e il profilo del colle, a manca, alterato dalle Rampe e dal Piazzale Michelangelo.
Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna e bistro d’E. Burci.[p. 113modifica][p. 115modifica]
XXXIII.
L
'Arno tra Porta San Niccolò e la Torre opposta che sorgeva dove oggi è il Lungarno della Zecca Vecchia e precisamente l'Hôtel Paoli. A destra si vede Porta S. Niccolò ancora fra le sue mura, il muricciuolo lungo l’Arno con gli archi d’accesso al greto; poi le Mulina e la Pescaia. A sinistra è la torre indicata, con le case precedenti e il Lungarno sino alla voltata corrispondente a Piazza Cavalleggieri. La veduta è, perciò, oggi quasi totalmente mutata perchè, fra l’altro, il Burci per non toglier bellezza al paesaggio v’ha omesso il ponte di ferro costrutto sette anni prima (1836-37).
Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a penna e a bistro d’E. Burci (1843).
onte Rubaconte o alle Grazie. A sinistra si vede, di profilo, il Tiratoio d’Arno o dei Castellani. Il parapetto del fiume resta interrotto dalla Porticciuola d’Arno che si scorge di fianco, poco prima del Ponte alle Grazie. A destra la veduta si chiude col Palazzo Torrigiani. In fondo sorgono il campanile di S. Niccolò, Porta S. Niccolò e il colle con S. Salvatore e San Miniato. — Il ponte, detto lungamente Rubaonte dal nome del Podestà che lo fece costruire tra il 1235 e il 1237, ebbe le sue singolari cappelle e casupole, edificate sui piloni, abbattute negli anni 1873-74 per l’allargamento del ponte stesso. A sinistra, venendo da via de’ Benci, sorgeva prima la Madonna delle Grazie costrutta dagli Alberti nel sec. XIV; sul pilone vicino, dallo stesso lato, la cappellina e il conventello dov’eran vissute dal 1390 al 1424 le monache dell’Annunziata dette le Murate; sul seguente, l’oratorio di S. Caterina e, in fondo, l’oratorio di S. Maria della Carità presso al quale vissero le Romite del Ponte. Dalla parte opposta, sul quarto pilone a destra, la Madonna del Soccorso. In seguito, parte di questi oratorii furono convertiti o sostituiti da semplici casette o botteghe. Nella veduta che pubblichiamo, il ponte, ora di sei archi, appare di sette, perchè la costruzione del Lungarno a sud condusse a chiuderne uno, mentre altri due erano stati chiusi anticamente e sottostanno a Piazza S. Gregorio ora dei Mozzi. E abbattute e trasformate furono le case che oggi costituiscono il Lungarno Serristori e mutato sino il profilo del colle pei lavori del Piazzale Michelangelo e delle Rampe. Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno a lapis d’E. Burci.[p. 121modifica][p. 123modifica]
XXXV.
P
onte alle Grazie. Casetta sul primo pilone verso Piazza de' Mozzi dal lato di levante e scaletta per cui si scendeva nel greto del fiume.
Al di là del fiume si vedono i Tiratoi e la Porticciuola d'Arno, demoliti.
Raccolta Cappugi nella Biblioteca Nazionale. — Disegno a lapis di Giuseppe Moricci.[p. 125modifica][p. 127modifica]
XXXIVI.
P
onte alle Grazie. Casetta sul primo pilone verso il Palazzo Torrigiani dal lato di ponente (vedi n. XXXVII) e scaletta per cui si scendeva nel greto del fiume. Sotto all’arco di destra si vede il bagno detto de’ Lemmi, presso le Mulina dei Renai, e, lontano, sotto l’arco di sinistra le torri della Zecca Vecchia e della Giustizia.
Raccolta topografica degli Uffizi. — Acquerello d’E. Burci.[p. 129modifica][p. 131modifica]
XXXVII.
P
onte alle Grazie. Principio del Ponte alle Grazie dalla parte di Piazza de’ Mozzi. A sinistra si vede l’angolo del Palazzo Torrigiani, poi il parapetto sovrapposto al primo arco, chiuso e coperto nel 1874 per prolungare il Lungarno Torrigiani-Serristori, poi la casupola del primo pilone con la porticciuola della scaletta per cui si scendeva nel greto dell’Arno. In fondo si scorgono i Tiratoi e la Porticciuola d’Arno, demoliti.
Raccolta topografica degli Uffizi. — Litografia del Ballagny da disegno d’E. Burci.
onte alle Grazie, veduto dal mezzo volgendo le spalle a via dei Benci. Lateralmente si scorgono, di grande scorcio, le casette e le cappelle sovrapposte alle pile. A sinistra, sporge la piccola tettoia sovrapposta alla porta della chiesetta delle Grazie. Al di là del ponte sorgono il Palazzo Torrigiani, la torre merlata dei Mozzi e il colle.
Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno d’E. Borrani.
XXXIX.
P
onte alle Grazie, veduto dagli archi del Ponte Vecchio (vedi tavola XXXIV).
Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno di F. Francolini, inciso da A. Cappiardi.
ungarno ora della Borsa. La veduta è presa dall’estremità del Ponte alle Grazie verso il Palazzo Torrigiani, guardando a ponente. La gradinata e la rampa che «discendon giuso in Arno» esistono ancora, ma non più la sovrapposta Porticciuola, di contro a Piazza delle Travi (ora Mentana), nè i vasti Tiratoi d’Arno dell’Arte della Lana (specialmente destinati ai tintori), di cui si trova ricordo sin dal 1367 e che furon demoliti nel 1859, per far posto all’edificio della Camera di Commercio ed Arti, dal frontone e dal colonnato classico!
Raccolta topografica degli Uffizi. — Disegno acquerellato a bistro d’E. Burci.[p. 141modifica]