Clizia/Atto terzo/Scena settima

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Atto terzo
Scena settima

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Atto terzo - Scena sesta Canzona dopo il terzo atto


Sofronia, Nicomaco, Eustachio, Pirro

Sofronia
Eccomi: che sarà di nuovo?
Nicomaco
E’ bisogna pur pigliare verso a questa cosa. Tu vedi, poiché costoro non si accordano, e’ conviene che noi ci accordiano.
Sofronia
Questa tua furia è estraordinaria. Quel che non si farà oggi, si farà domani.
Nicomaco
Io voglio farla oggi.
Sofronia
Faccisi, in buon’ora. Ecco qui tutti a duoi e competitori. Ma come vuoi tu fare?
Nicomaco
Io ho pensato, poiché noi non consentiano l’uno all’altro, che la si rimetta nella Fortuna.
Sofronia
Come nella Fortuna?
Nicomaco
Che si ponga in una borsa e nomi loro, ed in un’altra el nome di Clizia ed una polizza bianca, e che si tragga prima el nome d’uno di loro e che, a chi tocca Clizia, se l’abbia, e l’altro abbi pazienza. Che pensi tu? Non rispondi?
Sofronia
Orsù, io son contenta.
Eustachio
(A Sofronia) Guardate quel che voi fate.
Sofronia
(A Eustachio) Io guardo, e so quel ch’io fo. Va’ ’n casa, scrivi le polizze, e reca dua borse, ch’io voglio uscire di questo travaglio, o io enterrò in uno maggiore.
Eustachio
Io vo.
Nicomaco
A questo modo ci accordereno noi. Prega Dio, Pirro, per te.
Pirro
Per voi!
Nicomaco
Tu di’ bene, a dire per me: io arò una gran consolazione che tu l’abbia.
Eustachio
Ecco le borse e le sorte.
Nicomaco
Da’ qua. Questa, che dice? Clizia. E quest’altra? È bianca. Sta bene. Mettile in questa borsa di qua. Questa, che dice? Eustachio. E quest’altra? Pirro. Ripiegale, e mettile in quest’altra. Serrale, tienvi su gli occhi, Pirro, che non ci andassi nulla in capperuccia: e’ ci è chi sa giucare di macatelle!
Sofronia
Gli uomini sfiducciati non son buoni.
Nicomaco
Son parole, coteste! Tu sai che non è ingannato, se non chi si fida. Chi voglian noi che tragga?
Sofronia
Tragga chi ti pare.
Nicomaco
Vien’ qua, fanciullo.
Sofronia
E’ bisognerebbe che fussi vergine.
Nicomaco
Vergine o no, io non v’ho tenute le mani. (al fanciullo) Tra’ di questa borsa una polizza, detto che io ho certe orazioni: - O santa Apollonia, io prego te e tutti e santi e le sante avvocate de’ matrimonii, che concediate a Clizia tanta grazia, che di questa borsa esca la polizza di colui, che sia per essere più a piacere nostro. Trai, col nome di Dio! Dàlla qua. Ohimé, io son morto! Eustachio.
Sofronia
Che avesti? O Dio! fa’ questo miracolo, acciò che costui si disperi.
Nicomaco
(al fanciullo) Tra’ di quell’altra. Dalla qua. Bianca. Oh, io sono resucitato! Noi abbiam vinto, Pirro! Buon pro ti faccia! Eustachio è caduto morto. Sofronia, poiché Dio ha voluto che Clizia sia di Pirro, vogli anche tu.
Sofronia
Io voglio.
Nicomaco
Ordina le nozze.
Sofronia
Tu hai sì gran fretta: non si potrebb’egli indugiare a domani?
Nicomaco
No, no, no! Non odi tu che no? Che? vuoi tu pensare a qualche trappola?
Sofronia
Voglian noi fare le cose da bestie? Non ha ella a udir la messa del congiunto?
Nicomaco
La messa della fava! La la può udire un altro dì! Non sai tu che si dà le perdonanze a chi si confessa poi, come a chi s’è confessato prima?
Sofronia
Io dubito che la non abbia l’ordinario delle donne.
Nicomaco
Adoperi lo straordinario delli uomini! Io voglio che la meni stasera .E’ par che tu non mi intenda.
Sofronia
Menila, in mal’ora! Andianne in casa, e fa’ questa imbasciata tu a questa povera fanciulla, che non fia da calze!
Nicomaco
La fia da calzoni! Andiano dentro.
Sofronia
(a parte) Io non voglio già venire, perché io vo’ trovar Cleandro, perché e’ pensi, se a questo male è rimedio alcuno.