Corano/Capitolo LXXIV

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Capitolo LXXIV

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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo LXXIV
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CAPITOLO LXXIV.

il profeta coperto col suo mantello.

Dato alla Mecca. — 55 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1.  O tu che sei coperto con un mantello!

2.  Sorgi ed avverti.

3.  Celebra la grandezza di Dio.

4.  Purifica le tue vesti.

5.  Fuggi l’abominazione1.

6.  Non far generosità nell’intenzione di arricchirti.

7.  Attendi con pazienza il tuo Dio.

8.  Quando si gonfierà la tromba,

9.  Quel giorno sarà un giorno difficile,

10.  Un giorno duro per gl’infedeli.

11.  Lasciami solo coll’uomo che ho creato.2

12.  Gli ho accordato infinite ricchezze,

13.  E figli che fioriscono sotto i suoi occhi.

14.  Gli ho tutto facilitato,

15.  Ed ecco che desidera ch’io accresca tutti questi beni.

16.  Oibò, poichè ei s’è ostinato alla vista dei nostri miracoli.

17.  Lo costringerò ad ascendere una salita faticosa.

18.  Egli ha tutto meditato e disposto (per combattere il Corano):

19.  Che sia ucciso siccome aveva tutto disposto.

20.  Ancora una volta, che sia ucciso come aveva tutto disposto3,

21.  Ha girato gli occhi intorno a lui.

22.  Poi ha inareato le ciglia, ed ha preso un’aria fosca;

23.  Si è deviato dalla verità, e gonfiato d’orgoglio,

24.  Ed ha detto: il Corano non è ch’una magia inventata.

25.  È puramente la parola di un uomo.

26.  Lo faremo ardere al fuoco del più profondo inferno.

27.  Che cosa ti farà conoscere l’abisso dell’inferno?

28.  Consuma tutto, e non lascia sfuggire cosa alcuna.

29.  Abbrucia la carne umana.

30.  Diecinove angeli sono destinati a vigilarvi.

31.  Non abbiamo stabiliti per custodi del fuoco che gli angeli4; il loro numero è stato così determinato per offrire agl’increduli un soggetto di tentazione (per porli alla prova), affinchè gli uomini delle Scritture credano alla verità del Corano, e la fede dei credenti ne sia accresciuta,

32.  E gli uomini delle Scritture ed i credenti non ne dubitino;

33.  Affinchè quei il di cui cuore è malato, e gl’infedeli dicano: che cosa vuol dire Dio con questa parabola? [p. 306 modifica]

34.  Così è. Dio smarrisce chi vuole e dirige chi vuole. Niuno fuorchè lui conosce il numero delle sue armate. Non è che un avvertimento per gli uomini.

35.  Sì, e lo giuro per la luna,

36.  E per la notte quando si ritira,

37.  E per la mattina quando si colorisce,

38.  Che l’inferno è una delle cose più gravi,

39.  Che è un avvertimento per gli uomini,

40.  Per quei che camminano avanti, come per quei che restano indietro.

41.  Ogni anima risponde delle sue opere5; ma gli uomini della dritta

42.  Entreranno nei giardini, e s’interrogheranno intorno ai colpevoli. (Gl’interrogheranno anche essi stessi, dicendo):

43.  Chi vi ha condotti nell’inferno?

44.  Risponderanno: Non abbiamo fatto mai la preghiera.

45.  Non abbiamo mai dato a mangiare al povero.

46.  Passavamo il tempo in discorsi frivoli con chi ne faceva.

47.  Riguardavamo come una bugia il giorno della retribuzione.

48.  Fino al momento che ne acquistammo certezza.

49.  L’intercessione degl’intercessori non servirà loro a nulla.

50.  Perchè fuggivano gli avvertimenti,

51.  Come gli asini spaventati fuggono dinanzi ad un leone?

52.  Ciascuno di loro vorrebbe che gli arrivasse da Dio un ordine speciale.

53.  Non sarà così; ma non temono la vita futura.

54.  Non sarà cosl; il Corano è un avvertimento; chi vuole è avvertito.

55.  Quei che Dio vorrà ascolteranno soli i suoi avvertimenti. Dio merita di esser temuto. Egli ama di perdonare.


Note

  1. Per l’abominazione, s’intende qui il culto degl’idoli.
  2. Si crede che Maometto parli di Valid-ben-Moghaira, persona distinta idolatra.
  3. Queste parole sono qui esclamazioni.
  4. Poichè gli angeli, essendo di natura diversa degli uomini, sono inaccessibili a qualunque sentimento di pietà.
  5. Alla parola: è un ostaggio delle sue opere.