Così mi pare/Cose/In viaggio di nozze

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In viaggio di nozze

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In viaggio di nozze


(Psicologia minima ad uso degli sposi).

Ha sposato per amore, sedotto dalla grazia ingenua della bella bambina, che acconsentiva a presceglierlo fra tutti gli uomini per compagno di tutta la vita. Quella stessa grazia, e sopratutto quella ingenuità, lo hanno fatto accostare al matrimonio con una commozione, che si traduceva quasi in timidezza. Pure è un forte, un esperto, quasi un audace. Ma accanto alla sua piccola donna non sente più che una infinita tenerezza e una gratitudine immensa. Gli pare che nessuna cosa al mondo varrebbe a ricambiare il dono preziosissimo che ella gli ha fatto della sua innocenza e della sua cara ignoranza. Così si sente disposto a una indulgenza infinita e a una infinita generosità. [p. 264 modifica]

Ella se ne è accorta e un tantino ne approfitta. In viaggio, è lei che comanda: Venezia le è piaciuta e ha voluto fermarcisi più di quanto era prefisso nell’itinerario: egli ha detto di sì con entusiasmo, quantunque quella modificazione significhi la rinunzia alla fermata di Ferrara, che lui desiderava tanto di vedere e che lei ha dichiarato di non poter soffrire quantunque non l’abbia veduta mai. Ella ha detto a un tratto — prima durante il periodo del fidanzamento non ne aveva mai fatto cenno — di non poter soffrire gli uomini che bevono vino e lui si è assoggettato a un regime d’acque minerali che lo snervano e lo disturbano; non lo ha fatto con entusiasmo, ma è felice del piccolo sacrificio, che ogni volta gli procura un sorriso terminato da una piccola smorfietta deliziosa che è l’accenno di un bacio. Egli non sa gioia più grande di quella di indovinare ogni suo desiderio, di soddisfare ogni suo capriccio: le passeggiate quotidiane attraverso la città terminano sempre in una visita agli innumerevoli bazar, dove lui svuota il portafogli e lei si procura il piacere di tornarsene all’albergo con una dozzina di involtini ingombranti, contenenti tutti della roba perfettamente inutile che di sera, nella camera [p. 265 modifica]nuziale, ella si attarda a esaminare, a rivedere a confrontare, a destinare, mettendo a dura prova la pazienza del docile compagno innamorato, intento a contemplare la sua piccola sposa cogli occhi un po socchiusi, pregustando la gioia di riprendersela fra le braccia.

È un buon figliuolo — sarà un ottimo marito — forse non troverà la felicità per se, ma saprà darla alla sua compagna.

Lo stanco. — Ha sposato per finirla, perchè la quarantina era scoccata e le mogli degli altri non trovavano più ch’egli valesse la pena d’un tradimento, e lo stomaco suo cominciava a risentire gli effetti della cucina del restaurant, e mille altri piccoli indizi lo avvertivano della rapida discesa della parabola. Il matrimonio gli è apparso come un freno che potesse ritardare quella discesa.

Ha fatto la sua scelta con ragionevolezza ponderata, il che non gli ha impedito di scegliere bene, per una certa abitudine di selezione acquisita al suo gusto dalla lunga esperienza amorosa. Conosceva la sua giovane sposa anche prima dell’iniziazione: era bastato il suo [p. 266 modifica]occhio esperto per spogliare e per valutare. La cerimonia matrimoniale, il viaggio di nozze, l'iniziazione gli sono apparse come una corvée terribile ma inevitabile ed egli vi si è piegato con una buona grazia di gentiluomo perfettamente educato che si presti a un dovere stucchevole. l'innocenza della sua piccola sposa lo ha imbarazzato un poco e commosso appena. In fondo, non era rapito dalla prospettiva di dover sfrondare colle sue mani la ghirlanda di fiori d’arancio... Adesso, è contento che la cosa sia passata: man mano scorrono i giorni si riconcilia un poco colla moglie, in proporzione dell'esperienza che ella viene acquistando. In fondo, se la sua ignoranza lo divertiva, gli ispirava però anche una lievissima punta di disprezzo — oh, tanto lieve che gli avrebbe giurato essere indulgenza e non disprezzo. Così. Non aveva mai apprezzato molto l'innocenza e non è ancora abbastanza vecchio per gustarne il fascino creato dalla perversità.

Colla sposa è duna cortesia squisita che nasconde una infinita stanchezza. Nessana cosa ha più il potere di interessarlo e appena ha quello di farlo sorridere la sorpresa ingenua della sua piccola compagna, per la quale tutto è nuovo e tutto bello e tutto prodigioso. Sì, la [p. 267 modifica]freschezza di quella giovane anima, che si schiude appena alla vita, lo interessa, a momenti, e lo commuove. Allora egli si diverte a notomizzarla con sapiente perversità rispettosa, sorridendo delle ingenuità deliziose, degli imbarazzi pudichi, delle care confessioni susurrate eoi viso, fatto di fiamma, nascosto sulla sua spalla.

Ella lo adora. È così grande! Sa tutto, ha visto tutto, ha studiato tutto, non ha soggezione dei camerieri, è tanto elegante, tanto distinto, tanto signore! E ama lei, e ha prescelto lei...

I grandi occhi ancora pieni dello stupore del sogno, osano appena alzarsi a guardarlo...

L'avaro. — Prima di decidere il viaggio ha consultato il regolamento per scegliere la combinazione più economica, L'ha trovata. E ha trovato anche, dietro le indicazioni di tutti gli amici consultati, un albergo convenientissimo.

È di terz'ordine, ma non importa: si ruba meno negli alberghi modesti.

Arrivando, ha contrattato prima la camera e la pensione: la sua piccola sposa, stanca del [p. 268 modifica]viaggio e spossata dalle emozioni passate, dalla trepidazione per l'ignoto imminente, sospirava di trovarsi finalmente fra le pareti della ca- mera che avrebbe veduto l'ora più solenne della sua vita: ha dovuto attendere finisse il contrattare che procurava a lei le occhiate compassionevoli del personale del piccolo al- bergo raccolto intorno agli sposi. La camera è piccola e ingombra e scura, ha una fisiono- mia di banalità che mette un velo di tristezza sul viso della piccola sposa.

— Brutta! — ella osserva — Perchè non ti fai dare una stanza che guardi verso la strada?

— Perchè mi pare inutile di regalar, loro un franco di più. Tanto, che cosa ne facciamo, noi, della finestra sulla strada?

Ella è stanca, l'indomani, e un po’ triste. Egli la fa camminare a piedi per ore e ore: bisogna pur vedere la città! Quando s accorge che non ne può più, le propone di salire in tram.

— Prendiamo una carrozza! — ella mormora timidamente, ma non osa insistere di fronte agli argomenti del marito, che l'assicura che i vetturini sono i più grandi ladri che esistano.

Entra soltanto nei musei dove l'ingresso è [p. 269 modifica]gratuito: mostra sempre una premura straordinaria di proseguire quando la sua sposa si sofferma dinanzi alla vetrina di qualche negozio; ha disapprovato energicamente, con argomenti morali l'abitudine leggerissima di spedire cartoline illustrate. Invece, è partigiano dell’altra cartolina, quella da due soldi, che permette di dire tutto quello che si vuole e abitua alla concisione.

Il pedante. — In treno, ha perduto mezzora a disporre sulla rete del bagaglio le piccole cose sue e della sposa; un quarto dora per spiegare a costei tutti gli inconvenienti che possono derivare da una disposizione trascurata dei bagagli sulla rete.

Finalmente le ha sorriso e le ha mormorato quella piccola frase gentile, che ella attendeva da oltre unora col cuore palpitante.

Ma è ritornato subito a un interrogatorio pratico, poi ha cavato di tasca una nota e ha proceduto a verificare se tutto quello che c era da prendere è stato preso. Quando la sua piccola sposa s’è tolta il cappello, egli s è alzato per coprirlo con un giornale e al lieve sorriso [p. 270 modifica]di lei, pur grato, ma involontariamente canzonatorio, ha osservato:

— Tu sei una cara bambina, ma ho paura che l'ordine non sia fra le tue qualità.

Quella paura si muta in certezza il giorno dopo, quando la piccola sposa che ieri ancora era una bimba spensierata come un’allodola, avvezza a vivere sotto la cara tutela della mamma indulgentissima, ha buttato sottosopra tutta la roba d’una valigia per cercare una bottiglietta d’acqua di Colonia.

In compenso, è ordinatissimo lui, più preciso dun regolatore, più esatto d’una macchina. Tanto esatto, che appena gli rimane il tempo d’occuparsi un poco della sua piccola compagna che troppo spesso sbadiglia.

Il geloso. — A tavola, un ufficiale di cavalleria, che divorava delle ostriche e beveva del Capri con un ardore d’appetito mirabile, ha attirato l’attenzione della piccola sposa, che innocentemente ha guardato una volta lui e una volta il suo piatto mutato in una montagna di gusci. L’ufficiale, invece, ha guardato con insistenza non il piatto dei vicini ma la [p. 271 modifica]testina bruna della piccola sposa e la linea deliziosa del suo flessuoso busto procace.

Lui, se n è accorto perfettamente, ma ha taciuto. Tanto ha taciuto che il suo silenzio si è mutato in broncio. Dopo colazione, su nella loro camera, la piccola sposa gli si è avvicinata e gli ha cinto il collo con le braccia. Era irresistibile; così la pace è stata presto fatta, ma dopo la pace sono venute le recriminazioni.

— Non voglio che ti guardino!

— A me lo dici? che colpa ce n'ho, io?

— Sei tu che provochi!

— Io???

Anche i grandi occhioni sbarrati aggiungono al punto d’interrogazione.

— Tu. Mica apposta, lo so. Ma perchè ti metti quel vestito così attillato? Sembri nuda sembri.

— Oh!

Un’onda di porpora sul bel viso pallido.

L’indomani, è una camicetta troppo trasparente che viene incriminata, poi un cappello troppo ardito, poi un paio di scarpini troppo scollati, poi, la pettinatura troppo vistosa della piccola compagna.

Una sera, stanca, ella gli grida:

— Finiscila, brutto geloso! [p. 272 modifica]E lui, sinceramente stupito, protesta:

— Io, geloso?

Il compagno perfetto. — Una lunga esperienza femminile e fortunata ha perfezionato l'intuito della femminilità che egli aveva ricevuto in dono dalla nascita. Un gran dono, che ha messo fra le sue mani tutti i cuori di donna che il suo desiderio ha sollecitato per un’ora, per una settimana, per un anno...

La compagna che egli ha scelto definitivamente gli è acquisita per la vita.

L’arduo problema della iniziazione duna candida creatura nuova non lo ha affatto preoccupato: egli sapeva come procedere, ha sempre sapato come procedere. Forse il suo segreto consiste in una grande energia, mascherata sapientemente da una infinita dolcezza. Mentre prega, comanda, e nessuna si è accorta mai di ubbidire, con lui, quando credeva di concedersi.

È stato squisito colla sua piccola sposa: ella s’è destata alla realtà, credendo davvero d esservi giunta attraverso un sogno. Ripensandoci, ha soltanto l'impressione d’una lunga carezza, avvolgente, infinitamente buona, d’una [p. 273 modifica]musica di parole care, di una pioggia minuta di baci, coronata da un lungo bacio supremo.

Egli ha saputo metterla subito a suo agio, rinunziando, con buongusto squisito, a ritornare sull'ora unica, attraverso la banalità di discorsi allusivi. Durante la giornata diventa un fratello e l’amico della sua compagna e pare che una preoccupazione sola lo tenga: quella di farla divertire. In realtà, egli studia quella piccola anima e la piega e la foggia come una cera duttile ed ella si trova diventata uno specchio di lui senza saper come.

Gli vuol bene, oh se gli vuol bene! E vorrebbe che quel caro viaggio non avesse a finire mai più.

A casa, la famiglia della sposa ha fatto un gran ridere della sua prima lettera che cominciava così:

— O mamma, com’è bello essere maritate!