Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro primo/26

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Libro primo - Capitolo 26

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Deplorevoli conseguenze, alla città di Pistoia, della cacciata de’ Neri. Accenno all’assedio che poi i Neri di Firenze posero a Pistoia nel 1306.

Quanta bella e utile città e abbondevole si confonde! Piangano i suoi cittadini, formati di bella statura oltre a’ Toscani, posseditori di così ricco luogo, attorniato di belle fiumane e d’utili alpi e di fini terreni; forti nell’armi, discordevoli e salvatichi, il perché tal città fu quasi morta. Però che ivi a picciol tempo si cambiò fortuna; e furono da’ Fiorentini assediati; in tanto che davano la carne per cibo, e lasciavansi tagliare le membra per recare alla terra vittuaglia, e a tanto si condussono, che altro che pane non mangiavano fino all’ultimo dì. A’ quali Iddio glorioso provide, che per accordo furono ricevuti (nol sappiendo i loro adversari) con patti fatti di loro salvezza: i quali osservati non furono; perché, poi che l’ebbono avuta, le belle mura della città furono dirupinate.

Cessata la pistolenza e la crudeltà del tagliare i nasi alle donne che usciano della terra per fame (e agli uomini tagliavano le mani), non perdonarono alla bellezza della città, che come villa disfatta rimase. Del loro assedio, e del loro pericolo e fame, e delli assalimenti, e delle prodeze che feciono coloro che dentro vi si rinchiusono, né di loro belle castella che perderono per tradimento, non intendo scrivere, però che altri più certamente ne scriverrà; il quale se con piatà le scriverrà, farà gli uditori piangere dirottamente.