Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 36

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Libro primo

Capitolo 36

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Non debbano i cittadini,
che hanno avuti i maggiori onori,
sdegnarsi de’ minori.

Avevano i Romani fatto Marco Fabio e G. Manilio consoli, e vinta una gloriosissima giornata contro a’ Veienti e gli Etruschi; nella quale fu morto Quinto Fabio, fratello del consolo, quale lo anno davanti era stato consolo. Dove si debbe considerare quanto gli ordini di quella città erano atti a farla grande; e quanto le altre republiche, che si discostono da’ modi suoi, s’ingannino. Perché, ancora che i Romani fossono amatori grandi della gloria, nondimeno non stimavano così disonorevole ubbidire ora a chi altra volta essi avevano comandato, e trovarsi a servire in quello esercito del quale erano stati principi. Il quale costume è contrario alla opinione, ordini e modi de’ cittadini de’ tempi nostri: ed in Vinegia è ancora questo errore, che uno cittadino, avendo avuto un grado grande, si vergogni di accettarne uno minore; e la città gli consenta che se ne possa discostare. La quale cosa, quando fusse onorevole per il privato, è al tutto inutile per il publico. Perché più speranza debbe avere una republica, e più confidare in uno cittadino che da uno grado grande scenda a governare uno minore che in quello che da uno minore salga a governare uno maggiore. Perché a costui non può ragionevolmente credere, se non gli vede uomini intorno, i quali siano di tanta riverenza o di tanta virtù che la novità di colui possa essere, con il consiglio ed autorità loro, moderata. E quando in Roma fosse stata la consuetudine quale è a Vinegia e nell’altre republiche e regni moderni, che chi era stato una volta Consolo non volesse mai più andare negli eserciti se non Consolo, ne sarebbero nate infinite cose in disfavore del vivere libero; e per gli errori che arebbon fatti gli uomini nuovi, e per l’ambizione che loro arebbono potuta usare meglio, non avendo uomini intorno, nel cospetto de’ quali ei temessono errare; e così sarebbero venuti a essere più sciolti: il che sarebbe tornato tutto in detrimento publico.