El libro dell'amore/Oratione V/Capitolo XII

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Oratione V - Capitolo XII

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In che modo, nel regno della necessità, Saturno castrò Celio e Giove legò Saturno.

Ma in che modo, mentre che signoreggia la necessità, e sequenti iddii sien detti da Agatone castrare e legare e loro padri, facilmente per le cose sopra decte intenderemo. Non è da stimare che la mente dello angelo divida in sé medesima esso Iddio, ma in lei si divide el dono che gli è dato da Dio. Poco innanzi mostramo a sufficientia e doni di Dio, per necessità, mancare dalla loro somma perfectione nello spirito che gli riceve. Onde nasce che quella fecundità di natura, che è in Dio intera, ma nell’angelo è diminuita, meritamente si dice essere castrata. E questo si dice advenire mentre che regna la necessità, perché non adviene per volontà di chi dà o di chi riceve, ma per quella necessità per la quale l’effecto non si può alla sua cagione aguagliare. E così Saturno, cioè l’agnolo, pare che castri Celio, cioè el sommo Iddio; e ancora Giove, cioè l’anima del mondo, pare che leghi Saturno, cioè la potentia dall’agnolo ricevuta ristrigne in sé per difecto di sua natura, e riducela a più stretti confini, imperò che più ampla è la potenza di Saturno che di Giove. Sì che la potenza, che in Saturno si stima per la sua amplitudine libera e sciolta, in Giove, per la strettezza di natura, già si dice essere legata.

E di questo, infino a qui, basti; vegnamo alla terza questione.