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Elegie romane/II/Il meriggio

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II - In un mattino di primavera III
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IL MERIGGIO

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Era un silenzio orrendo, lugubre: il più cupo che in terra
     2sia stato mai. Le tombe tutte pareano aperte,

sotto quei cieli. Nulla viveva. Nessuna apparenza
     4era terrestre, in quella luce infinita eguale.

Entro la sua gran chiostra di boschi il lago raggiava
     6sacro aspettando la promessa vittima.

Ben eri tu, o Sole, a mezzo dei cieli alto, quando
     8io la promisi! Tutto era silenzio.