Epistolario di Renato Serra/Alla madre - 22 novembre 1900
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Bologna, 22 novembre 1900.1
Carissimi mamma,
ti scrivo approfittando della gentilezza del Dr. Della Massa2 che si è offerto di portarmi la lettera. Sono nella camera di Mauro Baronio3 da Semprini, dove ho mangiato. Come avevo detto i primi giorni son venuto qui e non cambierò fino a che non vengano da Cesena altri compagni che m’indichino un luogo più economico...
Iscritto mi sono, ma fino alla fine del mese non avrò la tessera e il libretto. Di star bene bene non dico: ma più di tutto mi mancate voialtri: ad ogni minuto direttamente o indirettamente, per cose piccole e per cose grandi, mi accorgo di non esser più in famiglia, e specialmente di non esser più vicino a te; senza dire poi dell’impressione di vuoto, di melanconia che produce l’andare a letto la sera senza sentirvi vicini tutti, senza aver dato la buona notte a te e al papà; lo studiare senza avere quel cane del .... che mi tormenti un poco; il dover andare a tavola senza che ci sia il papà che mi chiami e voialtri che mi aspettiate. Ma spero che tarderò poco a rivedervi; non più di una ventina di giorni; e chi sa che il papà non possa, quest’altra settimana o quell’altra ancora, venirmi a trovare. Vorrei sapere tante cose: se state tutti bene, se a te i tuoi dolori non danno fastidio, se la Pia s’è rifatta completamente; se il papà sta bene, se ha molti ammalati, se è di buon umore; se Nino4 studia e non ti fa arrabbiare; se v’è successo niente - se ti capita l’occasione, mandami una lettera anche tu - e facci aggiungere due righe da Nino, questa volta, e dalla Pia se ne ha voglia. Scusa se ho scritto male; ma la penna cattiva e la fretta mi hanno impedito di scrivere un pò più italiano. Tanti baci ai fratelli al papà e a te dal tuo.