Facezie (Poggio Bracciolini)/105
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Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
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CV
Di un uomo che vide il diavolo
sotto l’aspetto di una donna.
Cencio, romano, che era uomo molto sapiente, mi raccontò molte volte una storia che non è da prendersi a beffe, la quale un suo vicino, che non era uno sciocco,
diceva che gli era accaduta. Ed è questa: “Una volta egli s’alzò dal letto che splendeva la luna, e poichè la notte era serena, credette che fosse l’alba e uscì per andare alla sua vigna, com’è costume de’ Romani di coltivar con amore le vigne. Uscito dalla porta d’Ostia (e per uscir dovette pregare i custodi che glie la aprissero) vide andare dinanzi a sè una donna; e credendo che ella andasse per divozione verso San Paolo, ardendo egli di gran desiderio, affrettò il passo per raggiungerla, e poichè era sola, così credeva di persuaderla facilmente. E quando le fu vicino, ella lasciò la via maestra e prese un sentiero; e l’uomo le corse dietro per non perder la buona occasione. E andato innanzi un poco, afferrò la donna ad uno svolto, la stese a terra e compì l’opera. Dopo ciò essa scomparve lasciando odor di zolfo. L’uomo, sentendosi sul terreno erboso, sorse un po’ atterrito e tornò a casa. Tutti hanno creduto che egli fosse vittima di una illusione del demonio.”