Facezie (Poggio Bracciolini)/129

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CXXIX. Di un uomo che trovava l’oro dormendo

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
CXXIX. Di un uomo che trovava l’oro dormendo
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CXXIX

Di un uomo che trovava l’oro dormendo.


Una volta in compagnia un amico nostro narrò che in sogno aveva trovato dell’oro. E allora uno disse: — Guarda che non ti accada come al mio vicino, cui l’oro si cambiò in lordura. — E perchè noi gli chiedemmo di narrare il sogno: — Un mio vicino, disse, sognò di essere condotto dal demonio in un campo a diseppellire dell’oro, e ne trovò molto; e il demonio allora gli disse: “Tu non puoi ora portarlo teco, ma fa’ un segno sul luogo, perchè tu solo possa conoscerlo.” E avendo l’altro chiesto di che segno doveva servirsi: “Falla qui, disse il diavolo, che appunto in questo modo nessuno crederà chè qui sia l’oro e tu solo conosci la cosa.” L’uomo acconsentì e svegliatosi incontanente sentì d’aver sgombrato il ventre nel letto; sorse fra il puzzo e la poltiglia, e per uscir di casa mise in testa un cappuccio, entro [p. 89 modifica]il quale il gatto quella notte aveva fatta la sua. Pien di schifo per l’iniquo tanfo, dovè lavarsi la testa e i capelli. Così un sogno d’oro s’era mutato in merda. —