Farse e moralità/Intervista

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Intervista

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Octave Mirbeau - Farse e moralità (1904)
Traduzione dal francese di Fausto Valsecchi (1914)
Intervista
Scrupoli


PERSONAGGI

L’INTERVISTATORE.

CHAPUZOT, oste.

UNA DONNA.


Un’osteria. Porta a sinistra sulla strada. A destra dalla porta, banco di stagno ingombro di bottiglie ; dietro la cassa, una scansia con bottiglie, bicchieri... Sui muri, diversi affssi teatrali... Tavole, sedie.


SCENA PRIMA

CHAPUZOT e una DONNA povera

All’alzarsi del sipario, Chapuzot, grosso, rosso di faccia, in maniche di camicia, le braccia nude, una salvietta intorno al collo, sta ritto al banco. Sciacqua i bicchieri. Una donna poverissimamente vestita, dalla maschera abbrutita dalla miseria e dalle bibite, centellina un bicchierino. La gente passa nella strada, dietro la porta, sulla. quale si può leggere : Vini e liquori.. Finissimi, 20 centesimi.


CHAPUZOT. E allora... va sempre male a casa vostra, stamattina ?

LA DONNA. Non bene... non bene.

CHAPUZOT. Che cosa ha il vostro marmocchio ?

LA DONNA. Una colica... che fa pietà... Se ne va... Se ne va... È tutto verde...

CHAPUZOT. E voi, che cosa fate ?

LA DONNA. Nulla... (Finisce di centellinare il suo bicchierino.) Che fare, dite ?... Non è comodo... è molto imbarazzante.

CHAPUZOT. Bisogna dargli due cucchiaini d’acquavite... nel latte.

LA DONNA. Credete ?

CHAPUZOT. È sbalorditivo... lo riscaldano... gli mandano subito un po’ di cuore nel ventre... È sovrano !

LA DONNA. Due cucchiaini.

CHAPUZOT. Da caffè... sì.

LA DONNA. Allora... potrei ugualmente provare... Poverino !

CHAPUZOT. Due soldi, è vero ?

LA DONNA. Sì. (Mentre Chapuzot riempie una bottiglia.) Ah !... non siamo fortunati... Sono tre anni che il maggiore se n’è andato non si sa perchè...

CHAPUZOT. Ah sì ?

LA DONNA. L’anno scorso... il secondo è morto per la gola.

CHAPUZOT. Ah sì ?

LA DONNA. Ed ecco ora questo piccolino... (Pausa. Ella sgocciola un’ultima volta il bicchiere.) Tuttavia è stupefacente... eppure lo curiamo...

CHAPUZOT. Non basta curarlo... bisogna dargli ciò che si deve... (Ridandole la bottiglia.) Quando avrà bevuto di questo... rispondo io... Non tormentatevi, andate...

LA DONNA. Quanto fa ?...

CHAPUZOT. Quattro soldi... (Con un buon riso.) Meno caro che dal farmacista, è vero ?

LA DONNA. Questo è vero...

CHAPUZOT (nello stesso tono). E miglior sapore ?

LA DONNA. Certamente. (Pagando.) Ecco quattro soldi.

CHAPUZOT. Grazie.

LA DONNA. Me ne vado subito.

CHAPUZOT. E miglior salute in casa vostra !

LA DONNA. Poverino !

(La donna esce. Chapuzot ricomincia ad asciugare i suoi bicchieri... Entra l’intervistatore.)


SCENA II

CHAPUZOT e L’INTERVISTATORE.

L’intervistatore è un giovanotto di 25 anni. Colorito pallido. Baffi biondi, mollo fini. Qualche cosa come un commesso di negozio. Cravatta appariscente, cappello a larghe falde. Apparecchio fotografico a tracolla.


L’INTERVISTATORE. Il signor Chapuzot, per favore ?

CHAPUZOT (lasciando il banco, amabilissimo). Sono io... Signore... per servirvi.

L'INTERVISTATORE. Benissimo. (Esaminandolo con attenzione.) Grosso... bruno... quarantacinque anni... braccia corte... faccia bestiale... È proprio questo.

CHAPUZOT. Che cosa dice ?

L’INTERVISTATORE (ha deposto l’apparecchio sopra un tavolo, e appeso il cappello all’attaccapanni). Intanto una birra !

CHAPUZOT. Ecco... ecco...

L’INTERVISTATORE. E ben spillata.

CHAPUZOT. Ecco... ecco. (Serve una birra.)

L’INTERVISTATORE. E la chiamate ben spillata ?... Via ! (La beve in un sorso. Chapuzot depone una sottocoppa in evidenza sulla tavola.) Ora rimboccate la vostra manica sinistra.

CHAPUZOT. La mia manica sinistra ?... Scusate... ma...

L’INTERVISTATORE. E mostratemi il vostro braccio.

CHAPUZOT (diffidente). Ma questo... è...

L’INTERVISTATORE (imperioso). Via... Via...

CHAPUZOT (rimboccandosi la manica). Un ispettore di vaccinazione, indubbiamente.

L’INTERVISTATORE (esaminando il braccio). Tatuato... lo dubitavo... Un vaso di garofani fra due cuori... Perfettamente... (Prende l’apparecchio fotografico che estrae dall’astuccio.) Permettete... attento.

CHAPUZOT (ansioso). Con chi ho l’onore ?

L’INTERVISTATORE. Non movetevi dunque... per Dio ! (Punta l’apparecchio.)

CHAPUZOT. Un fotografo, ora.

L’INTERVISTATORE (fa scattare la molla). Benissimo... Voltatevi di profilo.

CHAPUZOT (obbedendo). Ancora ?

L’INTERVISTATORE. Così !... Non muovetevi più (c. s.) Ecco fatto. La schiena vi prego... Il dorso è pure un viso...

CHAPUZOT. Che fotografo singolare !

L’INTERVISTATORE. Attento !... (c. s.) Ecco... (Ripone l’apparecchio sulla tavola.) Ora le misure. (Estrae dalla tasca un metro... e misura.) Altezza... un metro e sessantadue... (Scrive sopra un taccuino.)

CHAPUZOT. È un sarto...

L’INTERVISTATORE. Vediamo la larghezza del petto... (Misura.) Novantotto centimetri... (Alzando le spalle.) Nessun sentimento della proporzione estetica. (Scrive.)

CHAPUZOT. Certamente... è un sarto.

L’INTERVISTATORE (esaminando la mano di Chapuzot). Dita a spatola... (Toccandogli le gote.) Zigomi prominenti. asimmetria facciale... (battendogli sul mento.) Prominenza !eggera... Ah ! Ah !... Più pericoloso ch’io non credessi...

CHAPUZOT. Che sarto originale !

L’INTERVISTATORE (dirigendosi verso la tavola, a destra, dove si siede). Ora... parliamo.

CHAPUZOT (seguendo il movimento). Scusate... Mi direte ?

L’INTERVISTATORE. Che cosa ?

CHAPUZOT. A chi ho l’onore di parlare ?

L’INTERVISTATORE. È giusto... L’intervistatore in capo del Movimento.

CHAPUZOT. Scusate...

L’JNTERVISTATORE. L’intervistatore in capo del Movimento.

CHAPUZOT (ottuso). Ah !

L’INTERVISTATORE (con pietà). Non conoscete Il Movimento ?... È. il giornale più letterario... più informato... più diffuso... dodici milioni di lettori !... Un giornale che dà in premio ai suai abbonati, automobili, case di campagna... titoli di rendita... amanti ammaestrate... Allora, che casa conoscete ?

CHAPUZOT (dondolando il capo). So... So...

L’INTERVISTATORE. Scusate... ho fretta... Berthelot mi attende per le dieci... il re del Belgio per mezzogiorno... Vogliate, ve ne prego, rispondere nettamente e rapidamente alle domande sensazionali che avrò l'onore di farvi... Intanto, una birra.

CHAPUZOT (alzandosi). Ecco... ecco.

(L’intervistatore prepara il suo taccuino.)

L’INTERVISTATORE. È il momento psicologico... (Chapuzot serve la birra che l’intervistatore beve in un sorso e dopa aver messo la sottocoppa insieme all’altra, si risiede.)

CHAPUZOT. Forse ho guadagnato una casa di campagna.

L’INTERVISTATORE (si appoggia al tavolo e guarda fissamente Chapuzot). Siete commerciante in vini.

CHAPUZOT (facendo testimoniare il banco e la sala). Perbacco !... Si vede, mi pare...

L’INTERVISTATORE. Brutto mestiere, signore... mestiere antipatriottico, quanto mai... Ubbriachezza... libertinaggio... alcoolismo... degenerazione... spopolamento... socialismo, forse. (A questa parola Chapuzot protesta vivamente col gesto.) Tutti i veleni... Ma, insomma, questo è affare che vi riguarda.

CHAPUZOT. Ma ditemi dunque...

L’INTERVISTATORE. Non si tratta di questo, per ora... Farò d’altronde questa inchiesta... prossimamente... È urgente... Al fatto !

CHAPUZOT. Non è poi malvagio... Sto forse per sapere che ho vinto un’automobile.

L’INTERVISTATORE (con una gravità leggermente comica). Dunque... Siete commerciante in vini ?... Lo confessate ?

CHAPUZOT. Perbacco !

L’INTERVISTATORE. E confessate anche di chiamarvi... Chapuzot ?

CHAPUZOT. Sicuramente... Teodulo, Giuseppe...

L’INTERVISTATORE. Fate attenzione a quello che rispondete... La cosa è gravissima... eccessivanlente grave.

CHAPUZOT (già stupito). Sicuramente... mi chiarno Chapuzot... come mio padre.

LINTERVISTATORE. Va benissimo... (Pausa.) Vivevate da molto tempo in discordia con vostra moglie ?

CHAPUZOT (interdetto). Con mia moglie ?

L’INTERVISTATORE. Sì...

CHAPUZOT. Questa... è un po’ forte... Non sono sposato...

L’INTERVISTAT0RE. Benissimo !.... Concubinaggio anche.... Tutto procede. (Prende delle note.) Allora... vivevate in discordia con la vostra amante ?

CHAPUZOT. Che cosa ? Che cosa mi cantate ?... Con la mia amante?

L’INTERVISTATORE. Perbacco... Poichè pretendete di non essere sposato... come volete che chiami colei con la quale vivete in disaccordo ?... (Gaiamente.) la vostra marmitta ?

CHAPUZOT (ridendo e battendosi sulle coscie). Questa è buona... (Si alza e passa a sinistra.) No... questa è troppo buona. Ma io non ho affatto una marm... un’amante, affatto...

L’INTERVISTATORE (severo e scherzoso a un tempo). Non siete sposato ?... e non avete la marm... l’amante ?... Ditelo a un altro, signor Chapuzot.

CHAPUZOT. Poich’è la verità...

L’INTERVISTATORE. La verità, sì ?... (Andando verso Chapuzot.) Voi sapete... a me non la si fa... Questa poi no, la conosco... le conosco tutte... Inutile negare più a lungo... Vediamo... Vostra moglie v’inganna ?... O siete voi che ingannate vostra moglie ?... Infine, chi s’inganna qui ?

CHAPUZOT. Ma per Dio ! Non mi avete capito... Vi dico...

L’INTERVISTATORE (interrompendolo). Sì... sì... volete fare il furbo ?

CHAPUZOT. Per Dio !... Se vi dico...

L’INTERVISTATORE. Il bugiardo... il fanfarone... il simulatore ?... Non attacca...

CHAPUZOT. Poichè... via...

L’INTERVISTATORE. Non attacca con la stampa, capite ?... Vi prego, Chapuzot, di non scherzare più a lungo con la stampa... (Imponentissimo, quasi minaccioso.) Io sono la stampa, io, Chapuzot... Dodici milioni di lettori...

CHAPUZOT. Che cosa volete che mi faccia...

L’INTERVISTATORE. La stampa è la gran forza moderna !... la grande educazione... moderna... la coscienza universale. Essa denuncia... giudica e condanna... Una birra !

CHAPUZOT. Ecco... ecco... (Serve una tazza. Sottocoppa.)

L’INTERVISTATORE (con la tazza in mano). La stampa, Chapuzot... è da sola... tutta sola... la polizia, la giustizia... eccetera, eccetera. (Beve.) Essa ricompensa... castiga o perdona (finisce la tazza) secondo il prezzo... La stampa è tutto... Cercate di non dimenticarlo... (Tende il bicchiere vuoto a Chapuzot che lo rimette a posto.)

CHAPUZOT. E che cosa può fare tutto questo, a me ?

L’INTERVISTATORE. Che cosa ?... Al fatto... Avete voi un contratto di pubblicità col Movimento ?

CHAPUZOT. Che cosa ?

L’INTERVISTATORE. Vi domando se avete un contratto di pubblicità col Movimento ?

CHAPUZOT (sbabordito). Un contratto ?

L'INTERVISTATORE. Ma sì... Tutti l’hanno !... I governi, le amministrazioni, le banche... il commercio, l’industria... I giudici... gli avvocati... i difensori... i medici... i malati... le donnine allegre... le mogli adultere... i cornuti... i pittori... E voi no ?... Imprudente ! Non avete un contratto ?... Ebbene tanto peggio per voi.

CIIAPUZOT. Che cos’è un contratto ?

L’INTERVISTATORE. Scherzate... scherzate... Scherzerà bene chi... (Pausa. Egli giuoca col bottone del panciotto di Chapuzot.) Perchè avete gettato una bottiglia di ratafià sulla testa di vostra moglie ?

CHAPUZOT (con espressione di sbalordimento). Una bottiglia di ratafià ?

L’INTERVISTATORE. Sì... rispondete !

CHAPUZOT. Una bottiglia di ratafià ?...

L’INTERVISTATORE. Non volete confessare ?... (Silenzio di Chapuzot.) Benissimo...

CHAPUZOT. Una bottiglia di ratafià ?... Ma per Dio !

L’INTERVISTATORE. Tacete... non mentite. (Declama.) Oh ! non mentite mai. La menzogna è empia... E non serve a nulla con la stampa... Cercherò ancora... benchè voi non abbiate un contratto di pubblicità col Movimento ! Vediamo... (Gli batte amichevolmente sulla spalla.) Vediamo... mio caro Chapuzot... mio vecchio Chapuzot.. (Dolcissimamente.) Qual’è il movente di questo atto di selvaggia brutalità ?... Poichè infine avete l’aria d’un brav’uomo... che diavolo ! È uma vendetta volgare ? Una improvvisa esplosione di collera impulsiva ?... Una suggestione ?... Une congestione ?... (Pausa.) Sì ?... (Chapuzot esprime il più compieto abbrutimento.) Continuiamo... con la dolcezza. (Gli accarezza la spalla.) Siamo in presenza d’un caso passionale... o puramente fisiologico... o semplicemente atavico ?

CHAPUZOT (con gli occhi fuori della testa). ... ata... che cosa ?

L’INTERVISTATORE (con forza). ... vico... atavico.

CHAPUZOT (prendendosi la testa nelle mani). Dio santo !

L’INTERVISTATORE. Non sapete ?... Non sapete neppure analizzare i vostri atti ?... (con una gran pietà.) Neppure la minima cultura scientifica ?... Una mentalità di maggiolino, allora ? (Gli tocca la fronte.)

CHAPUZOT (come se scacciasse una mosca). Ah ! flauto !

(Va verso il banco, scompare sotto il tavolo. Si odono rumori di vetrerie e di vasellami smossi.)

L’INTERVISTATORE. Ho pietà di voi, Chapuzot... Vedo che, nel vostro caso, c’è più debolezza intellettuale che non ostinazione volontaria... Prestatemi tutta la vostra attenzione. (Rumori sotto il banco. L’intervistatore si accorge che Chapuzot è scomparso. Va verso il banco, si sporge innanzi a capo chino, e con voce più forte.) Vi rivolgerò la domanda sotto un’altra forma... una forma accessibile alla vostra intelligenza... Due birre !

CHAPUZOT (sorgendo all’improvviso). Ecco... ecco...

L’INTERVISTATORE. Nol trincheremo...

CHAPUZOT (con un buon riso). Ebbene, preferisco... (Serve due tazze. Bevono.)

L’INTERVISTATORE. Alla vostra salute !

CHAPUZ0T. Alla vostra !

(Si ritrovano entrambi, un momento in confidenza.)

L’INTERVISTATORE. Chapuzot... io sono un amico... Rispondetemi come un amico... Benedetto Chapuzot !

CHAPUZOT (ridendo e portando due sottocoppe che mette insieme con le altre). Ah !... Ah !... Ah !...

L’INTERVISTATORE. Benedetto Chapuzot ! (Gli carezza amichevolmente la guancia.) Avete avuti molti assassini in famiglia ?... Perchè insomma se non avete nè moglie, nè amante... avete forse una famiglia ?... È vero ?...

CHAPUZOT (disperato). Ricominciamo...

L’INTERVISTATORE. Non avete famiglia ?... Bizzarra cosa, è possibiic, dopo tutto... (Canticchia.)L’enfant perdu que sa mère abandonne... Povero Chapuzot !... (Chapuzot passa dietro il banco, va verso la tavola di sinistra, l’asciuga, ritorna al banco, si avvicina al tavolo. L’intervistatore segue tutti i suoi movimenti.) Allora fin dalla nascita siete stato abbandonato ai cattivi istinti della solitudine, ai deplorevoli esempi del vagabondaggio ?... Sarebbe una spiegazione... forse una scusa.

CHAPUZOT (mentre va e viene, alzando e stringendoij pugni). Ah ! Ah ! Ah !

L’INTERVISTATORE. Non rispondete ?... (Una pausa.) Quella di non rispondere è in voi una volontà decisa ?

CHAPUZOT. Ma in nome di Dio !... che cosa volete che vi risponda ?

L’INTERVISTATORE. Altrimenti allora ?... Voi riconoscerete che impiego molta pazienza, tenacità, delicatezza ?... Non vi prendo a tradimento. (Si ferma un poco nel suo andirivieni.) Ci fu premeditazione nella scelta della bottigha di ratafià ?

CHAPUZOT (liberandosi e allontanandosi). Ancora il ratafià... Ma che cosa dite ?

L’INTERVISTATORE (perseguitandolo). Perchè una bottiglia di ratafià, invece che una bottiglia di curaçao o di qualsiasi altro liquore ?

CHAPUZOT. In nome di Dio ! In nome di Dio ! (Torna al banco dove maltratta le bottiglie. Finisce per salire sullo sgabello e volgendo le spalle al pubblico, sposta gli oggetti che stanno sullo scaffale.)

L’INTERVISTATOPE. Badate... È molto importante questo, Chapuzot... (Con allegria maliziosa). Forse il giurato vi troverà una circostanza attenuante o aggravante... secondo la natura delle vostrc dichiarazioni...

CHAPUZ0T (che si è voltato alla parola del giurato). Il giurato ?... ii giurato ?..

L'INTERVISTATORE. Forse l’eminente dottore Socquet... un astro della scienza, Chapuzot... (con una gaiezza maliziosa.) che vi esaminerà certamente (con una gaiezza completa.) che forse vi farà l’autopsia... vedrà in questa scelta premeditata d’una bottiglia di ratafià... (con enfasi.) un fenomeno antropologico di responsabilità o d’irresponsabilità morale ?

CHAPUZOT. Non comprendo un’acca di ciò che voi dite... Dio di Dio !

L’INTERVISTATORE. Non comprendete ?... Non comprendete... che ciò che vi chiedo... è... seguitemi bene... è, mediante il racconto compieto del delitto...

CHAPUZOT (sempre davanti allo scaffale). Il mio delitto, ora !

L’INTERVISTATORE. Mediante l’analisi esatta e minuziosa delle circostanze particolari, generali, coniugali e sociali... che l’hanno preceduto, accompagnato e seguito... di darmi gli elementi... sui quali io possa stabilire la psicologia del delitto.

CHAPUZOT (senza voltarsi). La mia testa... in nome di Dio !

L’INTERVISTATORE. Fare, in qualche modo, la chimica mentale di questo delitto... È chiaro, ora ?... È luminoso ?

CHAPUZOT. Be’... sapete ?

L’INTERVISTATORE. Non avete più il diritto di trincerarvi dietro l’oscurità delle mie parole... e delle mie domande ascose... Rispondete !

CHAPUZOT. Preferisco andarmene.

(Discende dal suo sgabello vivamente e vuol fuggire. L’intervistatore che è entrato nel banco, lo trattiene per il lembo del grembiale.)

L’INTERVISTATORE. Uomo inafferrabile ! (Pausa. Gli prende amichevolmente il braccio.) Vediamo... Prendiamo le vie traverse... Conoscete l’illustre dottore Cesare Lombroso ?

CHAPUZOT. Lomb...?

L’INTERVISTATORE. ... broso... sì !

CHAPUZOT (che si è liberato afferrando un inaffiatoio, inaffia la stanza con furore). Lo conosco... e non lo conosco... Come vorrete...

L’INTERVISTATORE (che si è installato al banco e prende pose d’oratore). Un uomo di genio, Chapuzot...

CHAPUZOT. Non dico il contrario.

L’INTERVISTATORE (battendo sul banco). Un uomo di genio sbalorditivo, Chapuzot !

CHAPUZOT. Lo credo... lo credo...

L’INTERVISTATORE. Uno scienziato straordinario e formidabile... che ha scoperto che tutti gli uomini di genio erano dei bruti, degli assassini...

CHAPUZOT. Bene... Bene...

L’INTERVISTATORE. I bruti e gli assassini... uomini di genio !

CHAPUZOT. Tutto ciò che vorrete !...

L’INTERVISTATORE (inebriandosi di parole). Allora, qual’è il vostro parere sui lavori dell’illustre dottore Cesare Lombroso ?... Sulle sue scoperte ammirevoli, relative al delinquente nato... all’insensibilità fisica degli assassini e delle donne ?... Sulle sue categoriche affermazioni della stupidità di Baudelaire e dell’abietta putredine di Verlaine... di ‎Tolstoi... di AutoreCitato|Victor Hugo}} ? Sulle sue glorificazioni dello spirito scientifico di Dubut de Laforest ?... Che cosa ?... Che cosa dite ?...

CHAPUZOT. Nulla.

(Non sapendo più che cosa fare, è venuto a sedersi alla tavola di destra, dove accende la pipa.)

L’INTERVISTATORE. Sostenete con lui la tesi meravigliosa e innovatrice che la povertà... la povertà... Chapuzot... non è una malattia sociale... una tara economica... ma una nevrosi ?

CHAPUZOT (lanciando boccate di fumo, senza comprendere). Lo vorrei...

L’INTERVISTATORE (insistendo). Una nevrosi, Chapuzot !

CHAPUZOT (c. s.) Possibile... Possibile...

L’INTERVISTATORE. E sapete come fu condotto a risolvere questo problema considerevole ?... Mi ascoltate ?

CHAPUZOT. Vi ascolto... ah ! buon Dio !

L’INTERVISTATORE. L’illustre dottore si procurò una decina di poveri, che offrivano tutte le apparenze della più acuta povertà.

CHAPUZOT. Non sono rarità. (Soffia il fumo.)

L’INTERVISTATORE. Tacete... Li sottomise all’azione dei raggi X... Prestatemi tutta la vostra attenzione.

CHAPUZOT (c. s.). Ecco... Ecco...

L’INTERVISTATORE (giuocando con le bottiglie del banco). Questi dieci poveri accusarono allo stomaco... al fegato... all’intestino grosso... lesioni gravi... gravissime.., ma che non parvero sufficientemente caratteristiche, specifiche... per dire tutto adeguate... comprendete ?...

CHAPUZOT. Avanti... avanti... non fate cerimonie...

L’INTERVISTATORE (c. s.). Decisiva fu invece una serie di chiazze nerastre... die si presentarono successivamente... al cervello... e in tutto l’apparato cerebro spinale.

CHAPUZOT. Che cosa ?

L’INTERVISTATORE (staccando). Ce-re-bro-spi-na-le...

CHAPUZ0T. Ah ! Va bene...

L’INTERVISTATORE. Non mai il celebre scienziato aveva osservato queste chiazze sul cervello dei malati ricchi, o solamente agiati... capite ?

CHAPUZOT. Benissimo.

L’INTERVISTATORE. Allora... fu convinto... non dubitò più che proprio in quelle consistesse la causa di quell’affezione nevropatica e demenziale ch’è la povertà.

CHAPUZOT. Sì... sì... evidentemente... Non fate cerimonie...

L’INTERVISTATORE. Di che natura erano quelle macchie ?... mi chiederete voi ?... (Parlando stura le bottiglie, le fiuta e si fa una miscela. Chapuzot si alza, si avvicina al banco e sorveglia i movimenti dell’intervistatore.) Simili a quelle che gli astronomi rilevarono alla periferia dell’astro solare, con tuttavia questa particolarità... esse avevano un’apparenza d’indurimento corneo... (Rimescola la miscela con un cucchiaio.) Rimarcate, fra parentesi, Chapuzot, come tutto s’incateni... (Beve.) corne una scoperta tira l’altra... Astro e cervello, comprendete ?... (Beve. Chapuzot ha preso due sottocoppe che depone sulla pila delle altre e risale a sinistra presso il banco, fuori de! quale spinge a poco a poco l’intervistatore.) Lombroso aveva ormai in mano, non solamente la soluzione della questione sociale, ma anche la soluzione d’un problema altrimenti importante ch’egli cercava da malto tempo... l’unificazione delle scienze...

CHAPUZOT (che ha riconquistato il banco). Corpo d’un cane !

L’INTERVISTATORE (appoggiato al banco). Non ho il tempo di farvi una descrizione fisiologica più completa di queste macchie. Sarebbe troppo ardua per voi. (Vago assentimento di Chapuzot che rimette in ordine il suo banco.) Poco importa, d’altronde... Accontentatevi di sapere che, dopo numerose esperienze, l’illustre Lombroso pervenne a determinarne esattamente la natura... Il resto per lui non era più che un giuoco.

CHAPUZOT. Ah ! Tanto meglio !... Santo Dia !... Ho avuto caldo !

L’INTERViSTATORE. Sequestrò quei dieci poveri entro celle razionalmente appropriate al trattamento che voleva applicare... Li sottomise a un’alimentazione intensiva... a frizioni iodurate sul cranio... a tutta una combinazione di... (imitando il rumore della doccia) di docce abilmente distribuite e graduate... deciso a continuare questa terapeutica, fino alla guarigione perfetta... voglio dire fina a che i poveri fossero diventati ricchi... capite ?

CHAPUZOT (con gesti disperati). La mia testa, mio Dio, la mia testa !

L’INTERVISTATORE (passando a sinistra). Lasciate la vostra testa, Chapuzot... Il dottor Socquet, Deibler ed io... ci occuperemo della vostra testa più tardi.

CHAPUZOT. Deib...

L’INTERVISTATORE. Ascoltate !.. Dopo sette settimane di questa cura, avvenne questo... Uno dei poveri aveva ereditata una somma di duecentomila lire.

CHAPUZOT (stupito e ammirato). Ah !

L’INTERVISTATORE. Un seconda aveva guadagnato un grosso premia all’estrazione di Panama.

CHAPUZOT (come sopra). Perdio !... Ah !... Perdio !

L’INTERVISTATORE. Un terzo... una casa... stile moderno a una delle numerose lotterie del Movimento, dodici milioni di lettori.

CHAPUZOT. Fortunata !

L’INTERVISTATORE. Il quarto più fortunato... avendo deluso l’attenzione dei guardiani ed essendo uscito nella strada... aveva avuto due gambe spezzate da un’automobile... ciò che gli valse la bella indennità di sessantamila lire.

CHAPUZOT. Ah ! Questa poi !...

L’INTERVISTATORE. Gli altri erano morti... erano stati presi trappo tardi.

CHAPUZOT (sbalordito). È proprio vero ?

L’INTERVISTATORE. Tutto ciò ch’è di più vero !

CHAPUZOT. È stupefacente !

L’INTERVISTATORE. No, è scientifico... E... servitemi uns birra !

CHAPUZOT. Ecco... Ecco...

(Serve una tazza. Sottocoppa.)

L’INTERVISTATORE (dopo aver bevuto). Volevo arrivare a questo... Chapuzot ?

CHAPUZOT. Non è dunque finita ?

L’INTERVISTATORE. Chapuzot ?... In quale categoria di nevropatici vi classificate ? (Pausa.) Di che genere di malattia psichica siete calpito ?... (Pausa. Camminando verso di lui.) Siete uno squilibrato ?... Un...

CHAPUZOT (interrompendolo). Ma... corpo d’un cane... sono un commerciante in vini.

L’INTERVISTATORE (camminando sempre). Un mistico ?... Un sifilitico ?... Un alcoolico ?... Un sadico ?... Un ambulante atavico ?... Un dilettante di chirurgia ?... Un decadente, un povero ?...

CHAPUZOT (che a ritroso ha raggiunto il banco). Ma lasciatemi dunque tranquillo... Sono commerciante in vini... là !

L’INTERVISTATORE (minacciandolo col dito, dolcemente). Chapuzot ?

CHAPUZOT. No... voi mi infastidite...

L’INTERVISTATORE (come sopra). Chapuzot ?

CHAPUZOT. No, no... andate al diavolo !

L’INTERVISTATORE. Allora, persistete nel negare ?

CHAPUZOT. Basta !

L’INTERVISTATORE. Vi riflutate ad ogni esperienza scientifica ?

CHAPUZOT. Che il diavolo le porti !

L’INTERVISTATORE. Vi ostinate a ridere della stampa ?

CHAPUZOT. Me ne infischio...

L’INTERVISTATORE. Benissimo... Vi confonderò... Tornate qui.

CHAPUZOT. Ne ho abbastanza...

L’INTERVISTATORE. Tornate qui... (Chapuzot torna lentamente. L’intervistatore cava di tasca un numero del Petit Journal.) Tenete... ecco il Petit Journal... Non contestate che il Petit Journal sia un’autorità ?

CHAPUZOT (lusingato). Infatti è il mio giornale.

L’INTERVISTATORE. Sì ?... Ebbene... ascoltate... (Leggendo.) « In seguito a un alterco la causa del quale è rimasta misteriosa »... (Parlato.)... Misteriosa... Capite, Chapuzot ?

CHAPUZOT. Capisco benissimo.

L’INTERVISTATORE (riprendendo la lettura). « ... la causa del quale è rimasta misteriosa... un signor Chapuzot... » (Mostrandogli il giornale.) Guardate... C’è proprio Chapuzot...

CHAPUZOT. È vero...

L’INTERVISTATORE. È stampato, si o no ?

CHAPUZOT (inquieto). Sì.

L’INTERVISTATORE. E nel Petit Journal anche... il vostro giornale ?

CHAPUZOT (turbato). Ah ! ma... Ah ! ma  !... Che cosa vuol dire ?

L’INTERVISTATORE. Siete pallidissimo, Chapuzot...

CHAPUZOT. Di che cosa si occupa il Petit Journal ?

L’INTERVISTATORE. Vedrete... Vedrete... Ah ! Non fate più il fanfarone... il perfido... il sifi!itico... (Riprendendosi.) il simulatore ?

CHAPUZOT. Questa è un po’ forte.

L’INTERVISTATORE. Continuiamo... (Leggendo.) « Un signor Chapuzot... commerciante in vini a Montrouge »...

CHAPUZOT (rettificando). A Montmartre.

L’INTERVISTATORE. A Montrouge.

CHAPUZOT. A Montmartre.

L’INTERVISTATORE. A Montrouge. (Mostrandogli il giornale.) C’è ben scritto « commerciante in vini a Montrouge ».

CHAPUZOT. Ma poichè io sono di Montmartre ?

L’INTERVISTATORE. Ebbene ?... Che cosa importa ?

CHAPUZOT. Che posa importa ?... Che cosa importa ?... La via Lepic dove siamo è a Montrouge o a Montmartre ?

L’ZNTERVISTATORE. Tacete !... Non è questo il problema... (Leggendo.)... « Signor Chapuzot, commerciante in vini a Montrouge... »

CHAPUZOT. Martre...

L’INTERVISTATORE. Rouge...

CHAPUZOT. Martre... Martre...

L’INTERVISTATORE (leggendo). « Ha lanciato una bottiglia di ratafià in testa a sua moglie... svenimento... pozza di sangue... lo stato dell’infelice è gravissimo, ecc... ecc... » Ecco.

CHAPUZOT. Ma ancora una volta... non sono di Montrouge... poichè sono di Montmartre.

L’INTERVISTATORE. Rouge...

CHAPUZOT. Marrrrtre...

L’INTERVISTATORE. Basta con questi scherzi... Vi chiamate Chapuzot ?

CHAPUZOT. Sì.

L’INTERVISTATORE. Siete commerciante in vini ?

CHAPUZOT. Sì.

L’INTERVISTATORE. Tutto questo è stampato nel Petit Journal ?

CHAPUZOT. Sì.

L’INTERVISTATORE. Ebbene, allora... Che siate di Montrouge... o di Montmartre... questo non ha nessun interesse.

CHAPUZOT. Ma in nome di Dio !... Poichè vi dico...

L’INTERVISTATORE. Rifiutate di rispondere ? Credete di cavarvela con dinieghi infantili... giuochi di parole... pagliacciate... Benissimo...

CHAPUZOT. Insomma, signor giornalista... tuttavia è chiaro. si capisce facilmente.. Dal momento che io sono di Montmartre...

L’INTENRVISTATORE. Rouge...

CHAPUZOT. Martre...

L’INTERVISTATORE. Rouge...

CFAPUZOT. Martre... Martre... Martre... e Martre !

L’INTERVISTATORE (montandosi a poco a poco fino alla collera). Sì, sì... andate... andate !... (Cammina a destra e a sinistra urtando nei mobili.) Ho esaurita la mia pazienza... Dirò nel Movimento, il più letterario, il più informato, il più diffuso, dodici milioni di lettori... dirò, Chapuzot... che voi mettete stricnina, no, pepsina... no, fucsina, nel vostro vino. Dirò che avete fatto fare un bambino a vostra figlia, e anche un infanticidio... poichè infine se non avete nè moglie nè amante nè famiglia... avete forse una figlia ?... (Chapuzot vuol parlare, si soffoca, tossisce, si dimena, abbandonandosi a una mimica disordinata.) Dirò che il vostro esercizio è un ricovero d’anarchici, di congiurati, di massoni e di falsi monetari... Dirò che vostra moglie va a letto con tutto il quartiere... che vostra zia... che vostra... Vedremo se persistete a scherzare con la stampa... con la gran voce della stampa ?

CHAPUZOT (sempre più riscaldato). Vi dico... vi ripeto... giuro... Santo Dio !... È troppo forte però, poichè sono di Montmartre !

L’INTERVISTATORE. Rouge...

CHAPUZOT. Martre... Mont-martre !

L’INTERVISTATORE. Vi rovinerô, vi disonorerò... Non si scherza con la stampa... Vi ho spiegato che la stampa è la coscienza universale... Dov’è vostra moglie ?

CHAPUZOT. Mia moglie ?... Ancora ?... (Lascia il banco, si avvicina all’intervistatore, supplicandolo.) Ma se non ho moglie...

L’INTERVISTATORE. Come mai ?... Non avete moglie... e le lanciate bottiglie di rataflà sulla testa ?

CHAPUZOT (brandendo la salvietta). Nome d’un nome... d’un nome d’un nome !

L’INTERVISTATORE. Cercate d’essere logico nei vostri dinieghi.

CHAPUZOT. Ma...

L’INTERVISTATORE. Via... conducetemi vostra moglie... Essa parierà forse... essa.

CHAPUZOT (con voce strozzata). Poichè... vediamo...

L’INTERVISTATORE. Bisogna che la veda... che l’interroghi.

CHAPUZOT. Ah ! Ah !

L’INTERVISTATORE. Che io tasti la sua psicologia.

CHAPUZOT. Porco !

L’!NTERVISTATORE. Che risalga alle origini del suo atavismo.

CHAPUZOT. Sporcaccione !

L'INTERVISTATORE. Com’è vostra moglie ?

CHAPUZOT. Per la mia vita !

L’INTERVISTATORE. Bionda ?... (Silenzio.) Bruna, allora ?... (Silenzio. Chapuzot è completamente abbrutito.) Grande ?... ben fatta ?... (Silenzio. Con un’aria disinvolta.) Ha delle passioni... inconfessabili ?... (Silenzio.) Siete stato voi a depravarla ?... (Silenzio.) Quante volte l’avete fatta abortire ?... (Silenzio.) Sì... Una volta... due volte... vi rifiutate di rispondere ? di aiutarmi nella mia inchiesta ?... Naturalmente !... Mutismo... e sequestro personaie indubbiamente ?... Ebbene noi rideremo... Lo preferisco... (Cammina stropicciandosi le mani.) Ancora qualche parola per finire. (S’avanza verso Chapuzo, che rincula d’un passo a ogni domanda)... Che pensate della telepatia senza fili ? (Silenzio.) Quahi sono secondo voi le cause dei fenomeni ipootici ?... (Silenzio.) A che cosa attribuite il cammino progressivo dello spopolamento ?... (Silenzio.) Avete un’opinione netta sul socialismo di Stato... i grandi trusts americani... il maltusianismo a teatro... e il disarmo universale ?... (Silenzio. Chapuzot è con le spalle al muro. L’intervistatore lo afferra, lo scuote, poi lo corica violentemente sulla tavola. Con voce tonante.) Verso quale direzione pensate voi che debba orientarsi la letteratura ?... (Con le mani sul petto lo trattiene rovesciato.) Ottimista ?... Pessimista ?... Umanitario ?... Simbolista ?... Naturalista ?... (Silenzio. Abbandonandolo.) Benissimo... È il partito preso del silenzio... un’offesa voluta verso la stampa ?... Ve ne pentirete, signor Chapuzot... (Attraversa la scena, va a prendere il suo cappello e il suo apparecchio.) Vi pentirete, sono io che ve lo dico !... (Con minaccia.) Un’ultima birra, vi prego !

CHAPUZOT (riavendosi subitamente). Ecco... Ecco (Serve una tazza.)

L’INTERVISTATORE. Me ne vado. (Beve.) Vado a interrogare i vostri vicini ... e i vicini dei vostri vicini, poichè i vicini dei nostri vicini, sono nostri vicini, non è vero ?... Addio ! (Si dirige verso la porta.)

CHAPUZOT (che ha contato le sottocoppe, e le porta, si dirige verso l’intervistatore). Signore ?

L’INTERVISTATORE. No... No !

CHAPUZOT. Signore ?... ma signore ?...

L’INTERVISTATORE. No, no... Tanto peggio per voi... È troppo tardi !

CHAPUZOT. Ma voi mi dovete dodici birre.

L’INTERVISTATORE (si volta, si ferma presso alla cassa). La stampa non deve mai nulla.

(Batte sul banco un colpo energico. Un piatto cade, sparpagliando sulla scena bicchieri e cucchiai, che rotolano e si spezzano. Ed esce.)

CHAPUZOT (al colmo del furore, lascia cadere pure le dodici sottocoppe. Vuole riafferrarle, cade a sua volta in mezzo a tutto quel vasellame infranto). In nome di Dio ! In nome d’un nome... d’un nome di Dio !...


CALA LA TELA